Non abbiamo cacciato nessuno dal canile Segalla e abbiamo chiesto in un incontro, che la nostra associazione collabori con l’Enpa, che però si rifiuta di ‘scendere dal piedistallo’. Si difende strenuamente l’Anpa, che nega di aver vietato l’ingresso ai ‘colleghi animalisti’, con cui c’è una contesa, in questi giorni

, del tanto discusso canile Segalla di Piovene Rocchette. Una storia infinita, che affonda le radici negli anni passati, con scontri continui tra istituzioni e animalisti, che si sono fatti la guerra senza però, mai risolvere il problema. E ora arriva Anpa, composta da una ventina di associati, che vogliono bene ai cani e ai gatti.
Glielo si legge negli occhi, su questo non c’è dubbio. I loro volti si illuminano quando parlano di quelle bestioline a cui hanno deciso di dare cura, in attesa che vengano adottate. Le due associazioni anzichè essere unite nel nome dell’amore verso gli amici a quattro zampe, si stanno dando battaglia, arrivando ai ferri corti. L’Enpa di Fabiola Bertoldo, che dichiara, di essere stata destinataria di parole del tipo:’ Voi dovete stare fuori….’, forti di una lettera, firmata dal presidente della conferenza dei sindaci della Ulss 4. Nessuno ci ha comunicato, che esisteva un accordo con l’Anpa – ripete a perdifiato Fabiola Bertoldo – nessuno si è degnato di farci sapere’. Un giorno, entrando al canile di Piovene, le volontarie si sono trovate dinanzi ad un foglio con su scritto che l’Anpa era autorizzata a fare adozioni. Forse, se gli organi autorizzanti ce lo avessero fatto sapere, non saremmo arrivati a questa situazione’. Una situazione paradossale perchè sembra ridicolo che si sia montata tutta questa vicenda, che per certi versi sa del grottesco, attorno ad un canile che allo stato attuale conta circa venti cani.  
‘Fingono quando dicono che non li abbiamo fatti entrare – si difendono Germano Cattelan, Laura Carnevali e Alba Loretto, dell’associazione appena nata Anpa – la verità è che Fabiola Bertoldo e compari credono di essere stati investiti da un diritto divino e non tollerano che altri operino sul territorio. Dichiarare che la possibilità di fare adozioni è stata data ad altri per vendetta non è pretestuoso, è peggio. L’autorizzazione ad Anpa è stata data più semplicemente perchè siamo stati gli unici a richiederla’. Su questo punto si ribella Fabiola Bertoldo, che dichiara mostrandone le carte che la richiesta ‘esiste eccome’, ma che è stata ignorata, da qui la considerazione di essere stati oggetto di una ritorsione.
L’Anpa continua: ‘Enpa non è stata mai operante ufficialmente all’interno del canile sanitario. Non esistono accordi preesistenti’. Replica Bertoldo: ‘Ma stiamo scherzando?Certo che esistono, le carte in nostro possesso lo testimoniano, siamo disponibili ad esibirle in qualsiasi momento. L’Anpa riferisca a chi li tiene informati, di ‘illuminarli bene’’.
Secondo Germano Cattelan e Laura Carnevali, presidente e segretaria Anpa, esiste un’autorizzazione concessa alla loro associazione dalla conferenza dei sindaci e dalla Ulss 4, approvata all’unanimità. Atto che però Enpa giura di non aver mai avuto.
‘Enpa porta avanti da anni una campagna di denigrazione e diffamazione con lo scopo di far chiudere il canile sanitario – spiega Anpa – loro vorrebbero che con i soldi pubblici venisse realizzato un canile, che vorrebbero gestire loro. Replica Bertoldo: ‘E’ stata messa questa voce in giro a regola d’arte, ma non è così. L’Enpa di Roma è disponibile a costruire un canile di tasca propria, nel caso il comune o la provincia concedessero un terreno. Enpa provvederebbe al resto, dietro la concessione della gestione della struttura. La verità è questa, ma la strategia è quella di dire che vogliamo costruito un canile con i soldi dei comuni per diffondere disinformazione. E’ una strategia ben precisa’.
La redazione di Thiene on line ha incontrato sia Enpa che Anpa per capire come siano andati i fatti. Quanto emerge è che si tratta di persone, che della cura degli animali ne hanno fatto una missione di vita. Persone che mettono a disposizione di povere bestiole abbandonate tutto il loro tempo. ‘Con questa crisi – spiega Cattelan – molti pensionati fanno fatica ad arrivare a fine mese e spesso ci chiedono aiuto per i loro ‘figli pelosi’ che tengono loro compagnia riempendo loro la vita. Il nostro impegno è quello di aiutarli, raccogliendo cibo e scatolette. La gente è disponibile ad aiutarci e noi ce la stiamo mettendo tutta. E’ questo quello che vogliamo. Poter amare questi animali, che non possono rischiare di finire sulla strada. Noi siamo disposti a collaborare se l’Enpa ce lo consente. Lo abbiamo già chiesto durante un incontro, ma loro non vogliono’. ‘Anche noi vogliamo collaborare – replica Fabiola Bertoldo – e questo è possibile se ci mettiamo d’accordo’.
Alla fine, lo scopo è comune. L’amore per gli animali può superare ogni incomprensione e auspichiamo che questa ingarbugliata vicenda, che ha portato alla luce due associazioni composte da persone altruiste, che hanno fatto scelte sane, in una società in cui regna il malaffare e la corruzione, si concluda con una stretta di mano tra i litiganti che potrebbero collaborare costruttivamente anzichè farsi una guerra che nulla ha anche fare con il benessere degli animali.

N.B.

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