Migliaia di persone, circa 8mila, davanti al maxi schermo posizionato nella piazza davanti alla basilica di Santa Giustina a Padova per i funerali di Giulia Cecchettin, 22 anni, uccisa dall’ex fidanzato a Filippo Turetta. “Donaci, Signore, anche la pace del cuore, del mio cuore e del cuore di tutti i presenti, Chiediamo la pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia”, un passaggio dell’omelia del vescovo di Padova, Claudio Cipolla.

Tanti i ragazzi, riporta Adnkronos, con zaino in spalla, assistono in silenzio alla funzione religiosa, c’è chi indossa il nastro rosso contro la violenza sulle donne – come i familiari della studentessa uccisa – e tra gli adulti c’è chi stringe forte un rosario. “Un raggio di sole rapito alla vita”, si legge su un cartello sollevato da una ragazza con gli occhi lucidi.

La chiesa accoglie 1.200 persone di cui 40 familiari, tra cui papà Gino che siede in prima fila tra i due figli e che indossa il nastro rosso simbolo della violenza contro le donne. Nella chiesa sono presenti il ministro della giustizia Carlo Nordio, il governatore veneto Luca Zaia – che ha proclamato per oggi il lutto regionale – e quarantina di sindaci della zona. In una basilica gremita hanno trovato posto anche 360 tra conoscenti e amici della famiglia Cecchettin, tra cui i compagni di classe del fratello di Giulia. Tra chi è venuto ad abbracciare la famiglia di Giulia c’è anche Vincenzo Gualzetti, la cui figlia Chiara è stata uccisa tre anni fa.

“Occorre cambiare la cultura che porta a compiere atti di abuso e sopraffazione –  ha anche detto monsignor Claudio Cipolla – .Insegnaci, Signore, la pace tra generi, tra maschio e femmina, tra uomo e donna. Vogliamo imparare l’amore e vivere nel rispetto reciproco, cercando anzi il bene dell’altro nel dono di noi stessi. Non possiamo più consentire atti di sopraffazione e di abuso; per questo abbiamo bisogno di concorrere per riuscire a trasformare quella cultura che li rende possibili”, è l’appello del vescovo risuonato nella basilica di Santa Giustina.

Poi si è rivolto ai giovani: “Forse voi giovani potete osare di più rispetto al passato: avete a disposizione le università e gli studi, avete possibilità di incontri e confronti a livello internazionale, avete più opportunità e benessere rispetto a 50 anni fa. Nella libertà potete amare meglio e di più: questa è la vostra vocazione e questa può e deve diventare la vostra felicità!”.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia