Hanno acquistato mezzi moderni e all’avanguardia. Li hanno dotati di cronotachigrafo digitale. Hanno investito in tempo di crisi per garantire sicurezza e confort ai loro passeggeri, a volte bambini che sui loro autobus ci passano giornate intere. Ora però, un emendamento al vaglio della Regione Veneto rischia di fare immettere sulla strada ferri vecchi con quattro ruote. Pullman e automezzi che se un tempo erano solo da rottamare, ora possono circolare sulle strade. Non importa se dal tubo di scappamento esce una nube nera altamente inquinante. Non importa nemmeno se quegli autobus su cui ignare mamme faranno salire i loro piccoli, credendoli affidabili perchè magari l’involucro è stato riverniciato, avranno 30 anni di vita.
A lanciare il grido di protesta e d’allarme sono Massimo Fiorese, 53 anni, titolare della Linea spa, responsabile regionale Trasporto persone della Cna e Marta Rizzato, 38 anni, titolare della ditta Autoservizi Capozzo srl di Lugo Vicentino, delegata regionale di Cna per il Trasport Pubblico. Si definiscono dei ‘fessi’, alla luce dell’adeguamento alle leggi antinquinamento e per la sicurezza che hanno portato i due imprenditori a sostenere spese e ad indebitarsi per rimodernare, come un tempo la legge pretendeva, i loro mezzi.
‘Questo emendamento rischia di metterci in ginocchio – spiega Fiorese – tutti i giorni, leggiamo dai giornali di incidenti di pullman, spesso con feriti gravi e anche vittime, ma non sempre la gente comune sa che dietro quelle che sembrano fatalità, in realtà, ci sono: mancata manutenzione, lavoro nero di autisti che fanno turni estenuanti, mezzi fatiscenti e all’estremo della legalità. Questo sembra non interessare alla Regione Veneto che si accinge a votare l’emendamento che darà il via ad una deregulation, che sembra una beffa al nostro modo di lavorare con scrupolosità e rigore morale e professionale’.
‘Quando una scuola, ad esempio, ci chiede il preventivo per una gita d’istruzione – entra nel dettaglio Marta Rizzato – la prima cosa di cui si preoccupa è del prezzo. Non chiede altro e questa è la dimostrazione che sull’argomento c’è troppa disinformazione. Così, l’istituto finisce per accettare la proposta economica di chi va al ribasso perchè evidentemente se lo può permettere. Chi invece, oltre che al risparmio, bada innanzitutto alla sicurezza dei trasportati, perchè viaggino sereni e senza rischi, viene accantonato da chi non si preoccupa dell’incolumità dei trasportati bensì del risparmio’.
L’emendamento che è al vaglio della Regione Veneto riguarda l’abrogazione di alcune norme e la deroga di altre sul trasporto pubblico locale per consentire l’utilizzo di autobus di vecchia immatricolazione. Se venisse approvato, ci ritroveremmo sulle strade mezzi vecchi anche trent’anni, quindi inquinanti e soprattutto non sicuri. ‘Ci sentiamo dei fessi – ribadiscono Fiorese e Marta Rizzato – perchè nel 2009 ci siamo subito adeguati alla legge che andava in una certa direzione, quella che ci ha fatto investire in tempi duri per ammodernare i nostri mezzi, che oggi sono all’avanguardia. Mentre noi ci indebitavamo per stare al passo con la legalità, tre proroghe hanno favorito chi non ha fatto come noi, arricchendosi alla faccia di chi ha pensato alla sicurezza dei trasportati. Ora tutti questi ‘imprenditori’ che utilizzano mezzi vecchi perchè il loro fine è solo quello di fare profitto, vengono sostenuti e tutelati dall’emendamento che rischia di passare e far regnare l’illegalità, la concorrenza sleale, chi non si preoccupa dell’ambiente e di una clientela troppo spesso ignara dei rischi di vita che corrono’.
‘Qui c’è di mezzo un bene primario come la sicurezza sulla strada, la vita. Circolare su mezzi vecchi, significa rischiarla – concludono – e la Regione Veneto sta dando il proprio benestare a questo grave rischio’.
 
Natalia Bandiera
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