Fresco di nomina a consigliere della provincia di Vicenza, uno dei più votati tra gli amministratori dell’area nord, Moreno Marsetti è ad oggi indiscutibilmente uno dei sindaci più in vista del comprensorio. Lo ami o lo odi: Marsetti, sguardo vispo e immancabilmente incorniciato dagli occhiali da sole che ormai sono un must anche nei giorni di pioggia, non lascia spazio alle mezze misure: il modus operandi è quello di un ragazzo determinato e consapevole, dal piglio deciso, con l’operatività che vince sulla riflessione. Non che quando serve non ponderi, tutt’altro: la sua compagine amministrativa lo consiglia, lo supporta e gli fa scudo, un team stacanovista che non trascura il più piccolo dei dettagli.
Da assessore nella giunta di Paola Lain impossibile non ricordarlo sgombrare i rom a suon di carro attrezzi, ora in veste di primo cittadino pur conservando una verve più che effervescente, appare più propenso al dialogo ammettendo che la responsabilità sulle sue spalle non è poca e per far bene a volte bisogna anche fermarsi ad ascoltare. Ascoltare: un mantra quasi ossessivo per lui e per tutta la sua squadra che vigila e presidia il territorio comunale nella convinzione che amministrare sia sinonimo di presenza. “Con la forza dell’età giovane e l’esperienza delle persone più mature”- precisa a inizio intervista – “si può fare tanto”.
Primo anno di mandato. Aveva già avuto esperienze amministrative, ma sicuramente la responsabilità di Sindaco è un’altra cosa. Ci fa un suo bilancio di questi mesi?
“Fare il Sindaco è un’esperienza totalizzante, certo non paragonabile al ruolo che ho avuto da consigliere prima e da assessore poi. Sto investendo tutto il mio tempo ed è giusto che sia così: a volte è faticoso, servono sempre tante energie  e tanta lucidità, ma reputo questa esperienza assolutamente in modo positivo”.
“Sarò il Sindaco di tutti i maladensi”: queste le sue prime parole dopo l’elezione. Ad una anno di distanza ci sono molti che hanno apprezzato il suo operato mentre qualcuno ancora la rimprovera di non essere abbastanza inclusivo. Lei cosa risponde?
“Guardi, la mia agenda è la dimostrazione che sono veramente il sindaco di tutti. Incontro decine di persone ogni settimana, cerco di esserci quanto più possibile per la mia comunità. Ne approfitto per ribadirlo: sono il sindaco di tutti i maladensi e finchè ricoprirò questo incarico, lo farò assolutamente senza distinzioni nè corsie preferenziali”.
Il Consigliere Dalla Riva appare come il suo più animoso avversario almeno in Consiglio. L’accusa forse più pesante è quella di una giunta poco preparata ad affrontare i problemi di Malo. Ci esponga il suo pensiero.
“La minoranza, che sia il Consigliere Dalla Riva o chiunque altro, fa bene a fare il suo lavoro, ne ho rispetto. Certo questo tipo di accuse sono oggettivamente infondate: gli assessori sono competenti e le deleghe sono state loro distribuite in modo ragionato. La verità, mi creda, è che la gente ci cerca e sa che può contare su di noi: questa mi pare la prova provata che i cittadini vedono in noi persone valide e preparate. Poi ripeto, la minoranza fa il suo, lo capisco…ma su questo mi pare che sia un tiro al bersaglio andato completamente fuori centro”.
Andiamo ai temi caldi. Una questione spinosa e lungamente dibattuta è quella relativa alla questione ambientale. Dalle modifiche della bretella SP46 ai disagi in località Vallugana fino alle ‘polveri bianche’ non sono mancate le critiche che in qualche frangente l’hanno fatta passare per uno poco sensibile a questioni che poi attengono la salute dei cittadini. E’ così?
“Le voglio rispondere con ordine data l’importanza delle questioni sul tavolo. Sulla SP46 partiamo col dire che il committente è la Provincia: a volte l’ente locale ha strumenti limitati, ma abbiamo comunque incaricato un tecnico per studiare il caso tenendo conto dei flussi di traffico al fine di proporre una soluzione alternativa, la meno impattante possibile. Del resto ero e rimango contrario, ma amministrare significa anche mediare. I ‘no’ secchi non ci portano da alcuna parte: e in ogni caso annuncio che appena possibile indirò un’assemblea pubblica. Su Vallugana come sulla vicenda delle ‘polveri bianche’, sia chiaro che l’amministrazione è sempre stata vigile, non solo ascoltando le giuste preoccupazioni dei residenti ma anche coinvolgendo i vari enti preposti con apposita conferenza dei servizi che ha visto la presenza, tra gli altri, di Arpav e Provincia di Vicenza. Poi se qualcuno mi ritiene poco attento alle istanze ‘green’, basta che vada al Montecio per vedere il ringiovanimento del bosco grazie alla ripiantumazione effettuata: un polmone verde più fruibile per tutti”.
Progetti e cantieri. Cosa è stato fatto e soprattutto quale il suo piano d’azione, il suo piatto forte per il futuro prossimo.
“Beh, come dicevo io tengo molto al decoro urbano. Sembra una sciocchezza ma pensare alle grandi opere quando la città non è tenuta bene, mi pare un po’ venir meno al compito di un buon amministratore. In ogni caso c’è in ballo la progettazione della nuova palestra a servizio delle scuole ‘Rigotti’, il completamento della riqualificazione di Piazza Duomo ed in ambito sportivo una rivalutazione di alcune aree oltre che un rilancio del centro tennis: questo accompagnato da una serie di asfaltature che riguarderanno il capoluogo come tutte le frazioni indistintamente. Il piatto forte comunque sarà sicuramente la creazione di un CEOD: la nostra attenzione alle istanze sociali è massima e urgono risposte per le persone più fragili. I tempi sono maturi per concretizzare”.
Fusione con Monte di Malo. Il suo parere favorevole all’idea di fusione è noto, ma come stanno realmente le cose ad oggi e soprattutto si può ritenere che ci sia qualcosa di più concreto delle intenzioni?
“Col Sindaco Mosè ci parliamo spesso, è anzitutto un amico: condividiamo l’idea che quella della fusione sia una prospettiva certa e senza ritorno: per reperire risorse, ma anche per efficientare i servizi ai nostri cittadini. Naturalmente, non è una soluzione da imporre e ne va ben studiata l’architettura affinchè porti ai miglioramenti sperati aldilà delle peculiarità che vanno preservate”.
Marco Zorzi
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