Non è arrivata da parte del comune di Pedemonte la presa di posizione richiesta a gran voce dagli abitanti di Casotto, frazione del paese davanti alla quale dovrebbe sorgere il famigerato calcificio di Fassa Bortolo di Spresiano (Tv), sul sito di Cava Marogna nel territorio di Valdastico.

 

Nel consiglio comunale straordinario dell’altra sera, convocato a seguito delle numerose insistenze dei casottani, non è stata sufficiente la proposta di delibera presentata dal consigliere di maggioranza Florio Sartori, con lo scopo di creare rilevanti pressioni verso gli enti preposti che hanno la facoltà di autorizzare la costruzione del calcificio. ‘La stessa Regola di Casotto – ha sottolineato Sartori in Consiglio – ha presentato già una serie di osservazioni di carattere procedurale, urbanistico, ambientale e geologico’.

 

In particolare, ha precisato il consigliere, quella dove sorgerebbe il calcificio sarebbe una nuova zona produttiva, in contrasto con quanto previsto dal Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), norma che verrebbe ‘scavalcata’ solo dalla concessione trentennale, tuttavia prorogabile. Senza contare le ‘importanti mancanze metodologiche’ che rendono poco credibile lo studio sulle emissioni inquinanti, le quali non tengono conto della complessa orografia della valle.

pedemonte - calcificio 17 maggio 2016

 

Proprio in relazione alle emissioni non c’è una visione univoca nella maggioranza consiliare. Lo stesso sindaco Roberto Carotta ritiene che il progetto, che sta attendendo il parere della commissione regionale e quello definitivo del consiglio comunale di Valdastico, presenti uno studio dei fumi che ‘rientrano nei parametri di legge’. Anche per il rischio idrogeologico dell’area è necessario attendere il parere dei tecnici della Regione Veneto, mentre si concorda che la frazione di Casotto è penalizzata sia perché l’edificio è troppo vicino al centro abitato, sia perché è troppo grande l’impatto visivo del complesso produttivo.

 

La consapevolezza che Casotto è contraria alla costruzione del calcificio e che la gente va ascoltata c’è tutta, ma il Primo cittadino non nasconde la convinzione che il consiglio comunale di Pedemonte non è certo la sede adatta per bloccare il progetto o decidere i passi salienti dell’opera, costruita in territorio di Valdastico.

 

A Pedemonte non è rimasto quindi altro da fare che rinviare a nuova data da destinarsi e a nuovo consiglio comunale la votazione di una delibera condivisa in tutti i punti. La palla passa al comune di Valdastico, al quale si chiede in tempi brevi di realizzare uno studio scientifico a controllo dei dati forniti della Fassa Bortolo e valutare seriamente la delocalizzazione del calcificio al di fuori della vallata.

calcificio fassa a Montichiari

 

I casottani se ne sono usciti dal municipio di malumore e per nulla soddisfatti. Quello che si aspettavano è da parte del sindaco una presa di posizione netta, e un documento in mano da portare come ascia di guerra ai tecnici della Fassa o in Regione. ‘I motivi del rinvio – dicono mostrando le planimetrie della vallata con la simulazione del calcificio in bella mostra – ci sembrano alquanto pretestuosi. Siamo allo stesso punto di quando siamo entrati, ma qua nessuno si arrende. Non vogliamo aprire le finestra la mattina e trovare quel ‘mostro’. Il calcificio davanti a Casotto non lo vogliamo e continueremo a combattere la nostra battaglia.’

 

 

Marta Boriero

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