Chi pensava ad un bianco Natale e, per quanto possibile, ad una settimana bianca per ben inaugurare il nuovo anno, rimarrà piuttosto deluso. Non solo all’orizzonte non si prevedono nevicate finanche in quota, ma al contrario è in arrivo un’ondata di caldo del tutto eccezionale che vivrà il suo culmine tra il giorno di San Silvestro e il primo giorno del 2022, con strascichi anche nei giorni seguenti.

Se fossimo in estate, parleremmo senza tema di smentite del classico anticiclone africano e dell’arrivo di una calura a dir poco soffocante: il periodo mitigherà certo questo scenario, ma si tratterà comunque di numeri che odorano di record.

“Dopo un paio di giorni ancora nella norma” – spiega Marco Rabito, Presidente di Meteo in Veneto –  “cominceremo ad assistere ad un cambio di circolazione complice un promontorio di matrice subtropicale che si imporrà con altissimi valori di geopotenziale, valori tipici del mese di luglio almeno per i nostri comparti. Questo significherà temperature assolutamente elevate per il periodo: ma attenzione, non sarà così per tutti. Infatti, mentre in montagna, specie nei versanti più esposti supereremo tranquillamente i 15° di giorno con picchi che potrebbero arrivare a sfiorare persino i 20°, in pianura e nelle valli più riparate, complice il lavoro dell’inversione termica e le inevitabili nebbie, difficilmente supereremo massime di 10 -12°”.

Quasi un paradosso oltre che un fatto che preoccupa, e non poco, operatori turistici e amanti della neve, destinata inevitabilmente a vivere un rapido discioglimento: “Queste temperature” – prosegue Rabito – “non  faranno bene al manto nevoso e pongono un problema anche in prospettiva in termini di riserve idriche. Per non parlare poi della qualità dell’aria, destinata a deteriorarsi in modo allarmante specie nelle zone pianeggianti con ristagno delle polveri sottili”.

Dopo il 3 probabilmente si tornerà a valori più in linea col periodo, quantomeno non si prevede una reiterazione della scaldata anomala: “Rimane comunque un tema che non può essere ancora ignorato a lungo”- conclude il meteorologo AMPRO – “e parlo del turismo invernale come finora è stato concepito anche nelle nostre montagne con cospicui investimenti impiantistici e un’immane spreco di risorse a quote inferiori ai 1300 metri, cosa che ormai lascia il tempo che trova. Queste temperature sono eccezionali, ma ciò non significa che non si ripeteranno e questo ce lo dice la statistica, che da sempre viaggia di pari passo con la meteorologia, quella seria ovviamente. Nel 2026 avremo le Olimpiadi invernali in Veneto: augurando tutto il bene possibile a questo evento, qualcuno si è chiesto che ne sarà se le premesse sono queste”?

Marco Zorzi

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