Si intitola “Finanza per indignati” e avrà come ospite Andrea Baranes il prossimo incontro della rassegna “Il Comune per i beni comuni” in programma stasera, martedì 4 dicembre alle 20.30 alla Casa del Custode di Villa Rossi a Santorso.

 L’incontro, promosso da Fondazione Culturale Responsabilità Etica e Comune di Santorso, prosegue il ciclo di incontri che ha visto recentemente come ospiti Ilvo Diamanti e Carlo Petrini. «La rassegna – ha spiegato l’assessore alla partecipazione Paolo Manza – è diventata un importante spazio di confronto e approfondimento, attraversato da centinaia di cittadini dell’altovicentino. E’ uno degli strumenti che l’amministrazione ha costruito per guardare al domani attraverso le lenti della sostenibilità e della valorizzazione dei beni comuni. La finanza – ha concluso Manza – porta sulle spalle responsabilità importanti sulla crisi economica: parlarne con le lenti dei beni comuni ci sembra un ottimo cambio di prospettiva».

 

IL LIBRO

2012: l’Italia è in recessione.

Cittadini e lavoratori pagheranno di nuovo il conto di una crisi causata da una finanza-casinò ai cui profitti non partecipano, ma di cui scontano le perdite. La speculazione prosegue indisturbata, mentre i piani di austerità, ci si dice, costituiscono i soli modi per “restituire fiducia ai mercati”. Restituire fiducia: come se al contrario non fosse il sistema finanziario a doversi riconquistare la nostra fiducia. Sentiamo parlare tutti i giorni di debito pubblico, di derivati, di spread: ma è difficile capirci qualcosa, e sembra difficilissimo intervenire come singoli per cambiare le cose. Non è complicato comprendere la finanza, e neppure agire in prima persona: “Finanza per indignati” lo dimostra, partendo dagli argomenti più semplici – cos’è la finanza, come funzionano le borse e le banche – e conducendo progressivamente il lettore a comprendere a fondo i meccanismi della speculazione, i nuovi strumenti finanziari, la situazione dei conti italiani, l’impasse dell’Europa. Negli ultimi illuminanti capitoli, il lettore avrà gli strumenti per valutare con cognizione di causa le soluzioni indicate dagli economisti critici e dai movimenti di protesta di tutto il mondo: e, siamo pronti a scommetterci, si ritroverà più indignato di prima, ma meno pessimista e meno disposto a tollerare soprusi nel nome del (presunto) Libero Mercato.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia