Perde mille euro alle slot machine, va in escandescenze, aggredisce la titolare del bar e prende a calci la macchinetta. E’ accaduto ieri a Santorso. Protagonista un 40enne del luogo, sposato e padre di ben 4 figli, che ieri aveva fatto ingresso nell’esercizio commerciale. Lì aveva iniziato a giocare morbosamente. Una scena che si ripeteva da giorni, ma stavolta, la cifra ‘succhiata’ dal gioco elettronico è stata notevole e l’avventore non ha retto. Voleva i soldi dalla titolare del bar, si è scagliato contro le slot machine. Una scena, che ha terrorizzato presenti e gli stessi titolari del bar.
‘Siamo dinanzi ad una vera e propria piaga della nostra società – ha detto stamattina, il sindaco di Schio Valter Orsi, in prima linea nella lotta alla dipendenza al gioco – purtroppo, c’è ancora troppa disinformazione e su questo tema spesso sottovalutato, occorre costruire un percorso culturale mirato. Quella di ieri a Santorso è solo una delle storie di disperazione che giornalmente ascolto. Vorrei sapere questo papà-giocatore, cosa porterà adesso a casa ai suoi quattro figli’
E’ di un paio di giorni fa intanto, la notizia che il Tar di Venezia ha detto ‘no’ alla sala da gioco cinese Meeting che aveva combattuto per contrastare la riduzione di orario imposta dall’amministrazione comunale di Schio.
In accordo con altri Comuni della provincia, per combattere il dilagante fenomeno della ludopatia (la ‘schiavitù psicologica al gioco d’azzardo) il Comune ha infatti, stabilito che le sale da gioco possano tenere aperto solo 8 ore al giorno, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22.
Ma la Meeting di Liu Pinghe & C. Snc non ha accettato do buon grado l’ordinanza e ha fatto ricorso al Tar di Venezia per farsi autorizzare un orario prolungato.
Il Tribunale Amministrativo Regionale si è opposto e in sede giurisdizionale ha respinto l’istanza cautelare in quanto “non appare ricorrere il danno grave ed irreparabile per le proprie ragioni avanzato dall’appellante, atteso che l’attività dell’esercizio di sala giochi è comunque assicurata in un ampio orario”.
Soddisfazione è stata espressa da Cristina Marigo, assessore al Sociale nel Comune di Schio, che ha commentato: “L’ordinanza con la quale il Consiglio di Stato ha rigettato l’istanza di sospensione della sentenza del Tar Veneto è in perfetta linea con quanto affermato da questa Amministrazione in quanto ha espressamente riconosciuto come prevalente, nel bilanciamento dei rispettivi interessi, quello pubblico di salvaguardia socio sanitaria dell’utenza. E’ davvero importante che a più livelli si condividano questi valori.”