Sindacati uniti in nome della salvaguardia de ‘La Casa’ di Schio.

Dopo i recenti fatti di amministrazione, che hanno portato alla nomina del Cda (Consiglio di Amministrazione), che a sua volta ha nominato e poi sfiduciato il presidente, si torna a parlare del centro per anziani. Una struttura importante, che ospita circa 400 anziani e dà lavoro ad altrettante persone, gestendo i servizi rivolti ad una fascia debole e delicata della società.

A parlare de ‘La Casa’, chiedendo attenzione a tutto ciò che ci ruota attorno, questa volta sono Cgil, Cisl e Uil, Confederazioni, pensionati e lavoratori, che chiedono a gran voce al Cda e all’amministrazione comunale del sindaco Valter Orsi, di impegnarsi ad organizzare un incontro pubblico per rassicurare sulla buona gestione di quello che viene definito un “bene pubblico da salvaguardare”.

“Cgil, Cisl e Uil chiedono al Cda e all’amministrazione comunale di intervenire tempestivamente per mettere fine alla notizie contrastanti che da qualche tempo appaiono quasi quotidianamente sulla stampa locale in merito alla gestione della Casa di Riposo – spiegano i sindacati – Il protrarsi di questa situazione, sta creando inevitabili preoccupazioni tra gli ospiti, i cittadini e i lavoratori sulla qualità dei servizi offerti agli ospiti. Come tutte le Ipab anche la Casa è un bene pubblico che va salvaguardato. Nel corso degli anni La Casa ha ristrutturato buona parte della propria struttura, con risorse proprie, mantenendo comunque invariato il costo delle rette a carico degli ospiti e garantendo contemporaneamente un livello alto nella qualità dei servizi. Per questi motivi – concludono – e per evitare che inutili strumentalizzazioni mettano in discussione la qualità e l’efficienza dei servizi assistenziali che oggi La Casa è in grado di offrire ai cittadini, anche attraverso la professionalità dei propri dipendenti, Cgil, Cisl e Uil chiederanno di conoscere come stanno realmente i fatti, proponendo la costituzione di un tavolo di confronto periodico che, come già avviene in altre strutture socio-sanitarie della Provincia, possa monitorare quantità e qualità dei servizi offerti”.

A.B.

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