Domani, lunedì 9 ottobre, ricorre il sessantesimo anniversario del disastro del Vajont e in tutta Italia sono già iniziate, numerose, le commemorazioni in ricordo dell’immane tragedia.
Oggi e domani l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin è a Longarone per ricordare le vittime di quella immane tragedia.
La diga del Vajont, capolavoro di ingegneria e stupidità («caso esemplare di disastro evitabile», aveva detto l’Onu qualche anno fa), è suo malgrado il simbolo italiano di distruzione e morte, la morte di quasi duemila persone, donne, bambini, giovani e anziani, schiacciati prima dalla forza d’urto di un’onda alta come un grattacielo di venti piani, che sormonta la diga e si infila nella forra del Vajont, puntando dritta verso Longarone, e poi travolti da 50 milioni di metri cubi di acqua, alberi, sassi e fango.
L’assessore non ha inoltre dimenticato di ricordare il ruolo dei soccorritori, da cui oggi è dedicato un viale: si tratta della strada su cui si affaccia Longarone Fiere, a testimonianza del legame tra l’opera solidale dei soccorritori del 1963 e la nuova Longarone nata dalla ricostruzione.
“Nel mio intervento ho voluto sottolineare proprio questo aspetto, il ruolo e l’importanza dei soccorritori, quelli di ieri e anche quelli di oggi. Persone straordinarie, che hanno dato il là al sistema della Protezione Civile, che passa anche per il Vajont, da quello spirito di solidarietà che in moltissimi ebbero proprio nel 1963, pur senza l’organizzazione, la formazione e le attrezzature che sono caratteristiche della moderna Protezione Civile”
Intervistato per Alto Vicentino Online, l’Assessore si lascia andare alla commozione, ed aggiunge:
“Chi sceglie di fare il soccorritore, sceglie di fare una cosa molto difficile. Per fare il soccorritore bisogna essere professionali e preparati ma bisogna avere un grandissimo spirito di solidarietà, altrimenti uno non lo farebbe, anche di fronte alle grandi responsabilità che si prende. Ma uno che fa il soccorritore è uno che evidentemente ha pensato che potrebbe accadere a ognuno di noi. A volte vengono definiti eroi. Ma i soccorritori, professionisti o volontari, sono innanzitutto persone. Con la loro grandissima umanità. In questi anni ne ho conosciuti moltissimi. E quando senti un soccorritore che dice che ha abbassato la visiera perché non voleva che si vedesse che stava piangendo, capisci che sono persone straordinarie. Capisci? Non voleva che le persone che stava soccorritore vedessero la sua commozione di fronte allo scenario drammatico che aveva davanti agli occhi. Persone che hanno una grandissima sensibilità e che ti dicono che a certe cose non ci si abitua mai. Neanche dopo anni di esperienza. Ma nonostante questo, quando qualcuno ha bisogno, loro ci sono. Sempre. E non bisogna mai dare per scontato che quando c’è un’emergenza arrivano i soccorsi, quasi che dietro la parola soccorsi ci fosse un’entità astratta. Sono uomini e donne certamente di braccia ma soprattutto di un grandissimo cuore.”
Non solo commosso, l’Assessore Bottacin, ma anche orgoglioso di poter evidenziare che il Veneto, grazie ai suoi volontari, in questi anni non solo ha acquisito un ruolo di eccellenza nel sistema di Protezione Civile, apprezzato a livello nazionale ed internazionale, ma è anche la prima Regione per numero di aderenti in proporzione agli abitanti.
A Longarone, in quattro minuti, in quella tarda serata del 9 ottobre del 1963, vennero spazzate vie intere famiglie, giovani vite, generazioni, speranze, case, città. Ma la diga no, quella no: è rimasta lì, intatta, e lo è ancora, trasformata oggi in un luogo di preghiera e visite per conoscere la storia e imparare che la diga no, non è crollata, è crollato tutto il mondo intorno.
dp