Procede spedita la Procura berica nel processo del tracollo della Banca Popolare di Vicenza. Il giudice Roberto Venditti ‘congela’ i beni che Zonin ha intestato alla moglie ed ai figli.

Provvedimenti che vanno ad accogliere parte delle istanze presentate in udienza preliminare da parte dei risparmiatori traditi da Zonin.
La vicenda ora passa agli ufficiali giudiziari che avranno il compito di apporre i sigilli a ville, quote societarie e terreni che Zonin aveva ‘passato’ alla propria famiglia.

Un immobile a Montebello Vicentino, il 2% della ‘Tenuta Rocca di Montemassi’ passato alla consorte di Zonin, Silvana Zuffellato, oltre al 31% della società San Marco. Ai figli invece l’ex numero uno di Bpvi aveva ceduto il 26,9% di ‘Gianni Zonin Vinyards’, il 38,55 della ‘Zonin Giovanni sas’.
Prima dei sigilli sui beni passati ai familiari di Zonin, sarà comunque necessaria un’azione revocatoria.

Dopo i 106 milioni di euro, depositati in una filiale milanese in un conto corrente intestato a ‘Bpvi in liquidazione coatta amministrativa’, per i quali la Procura di Vicenza aveva ottenuto il sequestro preventivo, i nuovi provvedimenti firmati dal giudice Venditti rafforzano nei risparmiatori la possibilità di potere essere ristorati.

Nell’udienza preliminare tante le istanze che la Procura ha accolto, sulle quali spicca quelle delle oltre 2 mila vittime rappresentate dall’avvocato Renato Bertelle: chiedevano un sequestro da 30 milioni di euro, il giudice ha deciso per 15.

Enorme la soddisfazione da parte delle vittime di Zonin&C, che non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia e continuare a lottare per la ‘loro giustizia’: sembrerebbero infatti pronti a ‘battere cassa’ anche a Banca Intesa.

di Redazione ALtovicentinOnline

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