Per Raffaele Perin e la sua famiglia quei piccioni sono divenuti un disagio, un tormento quotidiano, quasi un vero e proprio incubo con cui convivere. Gli condizionano le giornate. Non ce la fanno più e hanno scritto una lettera alla redazione per raccontare la loro storia. Perin abita a Breganze, in una casa a schiera e il suo tetto e dotato di fotovoltaico.

«Lo abbiamo noi e i nostri vicini – scrive Perin – ma di fronte c’è un contadino che ha una mucca e vari animali da cortile e, purtroppo i colombi mangiano li. Da quando abitiamo qui, ovvero nel 2017, stiamo avendo problemi con questi piccioni, che aumentano di continuo perché si riproducono sui nostri tetti. Nel 2018, abbiamo cominciato a cercare una soluzione per liberarcene, chiamando il Comune, i vigili, la polizia, i carabinieri, la guardia forestale ma tutti ci hanno detto dell’impossibilità di fare qualcosa perché sono una razza protetta. Così ci siamo rivolti alla polizia provinciale, che ne ha abbattuti un po’. E la cosa sembrava risolta».

Invece Perin racconta di come i problemi siano aumentati nei mesi successivi. «Dal 2019 – prosegue l’uomo – è stato un aumentare di problemi e colombi, perché stazionano sempre nei nostri tetti e tra feci, piume e quanto portano sul tetto per farsi i nidi, c’intasano le grondaie. Non solo, avendo messo le reti attorno al fotovoltaico perché andavano lì sotto a fare i nidi, l’acqua si ferma e ci entra in casa, precisamente in camera da letto e bagno. Abbiamo sollecitato la polizia provinciale a venire a fare qualcosa e abbatterli ma ci hanno risposto che dobbiamo risolvere noi il problema». Perin si sente lasciato solo e impotente. «Abbiamo provato qualsiasi modo con qualsiasi dissuasore – continua la lettera del cittadino – ma nulla, non riusciamo a risolvere il problema e ci stiamo sentendo abbandonati dalle istituzioni. Abbiamo una bambina di 13 mesi i nostri vicini ne hanno due di piccole e, purtoppo, non possiamo piu portarle nel giardino di casa perché ci sono piume ed escrementi. La situazione, come potete vedere dalle foto, sta diventando sempre piu grave: il guano è molto pericoloso. Circa ogni mese dobbiamo salire sul tetto per pulirlo se non vogliamo avere acqua in casa, le grondaie intasate e il fotovoltaico malfunzionanete. Non sapendo più dove sbattere la testa, chiediamo un aiuto a chiunque».

 Proprio nei giorni scorsi, il Comune di Arzignano ha inasprito i provvedimenti per limitare il degrado e il divieto di allevare queste specie d’uccelli. Già a primavera, la giunta aveva distribuito del cibo antifecondativo per prevenire alla specie di riprodursi, mettendo un freno agli escrementi su immobili e opere architettoniche. Tra sporcizia e altro, dietro, infatti, ci sono anche i soldi da spendere per pulire.

A Thiene, da qualche non se ne parla più e il caso-piccioni in pieno centro storico ha animato il dibattito politico. La giunta Casarotto aveva “adottato” un falco elettronico per mettere in fuga i colombi ma il metodo non diede i risultati sperati. Così nell’agosto 2018, accogliendo la proposta dell’allora presidente del comitato di quartiere Centro, Alberto Vecelli, l’assessore all’Ecologia Andrea Zorzan adottò un protocollo non cruento con il sorvolo di un altro falco, stavolta vero, affinché di prima mattina sorvolasse le vie centrali. A lui si affiancò anche una poiana americana. Gli esemplari partivano dal tetto di un palazzo, a pochi metri dal teatro comunale, con un controllo che si è spinto sino a piazza Nova, sfiorando la chiesetta rossa e passando vicino al retro del municipio. Sarebbe interessante capire com’è andata a finire e ce ne occuperemo nei prossimi giorni.

 

Alessandro Ragazzo

 

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