I reati calano. Gli omicidi sono davvero pochi rispetto ad altre nazioni dell’Occidente, per non parlare degli Stati Uniti. Però resta una percezione diffusa di insicurezza nei cittadini. «E pensare – commenta il Capo della polizia, prefetto Lamberto Giannini – che trent’anni fa, quando entrai in polizia, in Italia c’erano circa 3mila omicidi all’anno. Ora siamo scesi a 300. Non credo che altri settori dello Stato possano vantare risultati simili»
Nei primi sette mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, in Italia i delitti sono diminuiti complessivamente del 5,46% (da 1.299.350 a 1.228.454). Stabile il numero degli omicidi (195) ma quelli attribuibili alla criminalità organizzata registrano un calo del 36,36%, da 22 a 14. È quanto emerge dal tradizionale Dossier sull’attività del ministero dell’Interno diffuso dal Viminale in occasione del Ferragosto. In aumento, sempre nel periodo gennaio-luglio, del 3,8% le rapine (dalle 14.979 dell’anno scorso alle 15.846 di quest’anno) e del 2,7% i furti (da 539.920 a 554.975) mentre calano denunciati (- 11,2%, da 490.097 a 434.940) e arrestati (-4,3%, da 90.451 a 86.543).
L’ordine pubblico
Sul fronte dell’ordine pubblico, da gennaio a luglio le manifestazioni di piazza sono state 6.631 (il 16,2% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), 1.871 delle quali di carattere sindacale/occupazionale e 243 “con criticità”. Nelle cosiddette “operazioni ad alto impatto” nelle città di Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze e Bologna, presso le stazioni ferroviarie e le zone limitrofe, nelle zone della movida e nelle piazze di spaccio, tra metà gennaio e l’11 agosto sono state controllate 308.763 persone, di cui 696 arrestate e 3.882 denunciate; 793 gli stranieri espulsi. Dall’1 gennaio al 31 luglio, i posti di polizia presso gli ospedali sono passati da 126 a 179, ai quali si andranno ad aggiungere altri 11 presidi di prossima apertura: al completamento dell’attività di potenziamento, saranno operativi presso gli ospedali 190 posti di polizia, con un incremento di 64 unità, pari a più del 50%. Sempre nei primi sette mesi di quest’anno, le partite di calcio con la presenza delle forze di polizia sono state 1.349, il 6,5% in piu’ rispetto al gennaio-luglio dell’anno scorso: in 115 casi si sono registrati disordini, in 63 feriti.
Aumentano gli sbarchi dei migranti
Dall’inizio dell’anno al 31 luglio i migranti sbarcati sulle coste italiane sono stati 89.158, il 115,18% in più rispetto ai 41.435 dello stesso periodo dell’anno scorso; i minori stranieri non accompagnati sbarcati sono stati 10.285, l’83,50% in più. Con riferimento alla tipologia degli sbarchi, quest’anno il 72,64% dei migranti sono stati soccorsi a seguito di eventi Sar (erano stati il 46,27% nei primi sette mesi di un anno fa) e di questi il 4,24% da navi Ong (il 15,2% l’anno scorso); gli sbarcati non a seguito di eventi Sar sono stati il 27,36% (il 53,73% un anno fa).
La violenza sulle donne
Dal 1 gennaio al 31 luglio di quest’anno in Italia sono state uccise 71 donne, il 7,79% in meno rispetto alle 77 dello stesso periodo dell’anno scorso e il 36,4% sul totale degli omicidi volontari. Secondo il Dossier 2023 diffuso oggi dal Viminale, dei 71 omicidi volontari con vittime donne consumati quest’anno, 57 sono riconducibili all’ambito familiare o affettivo (67 tra gennaio e luglio dell’anno scorso) e 35 sono stati commessi dal partner o dall’ex partner (40 un anno fa). Nello stesso arco di tempo, le denunce per stalking sono diminuite del 29,6% (8.607 quest’anno a fronte delle 11.160 del 2022) mentre gli ammonimenti del questore sono stati 2.452, il 30,2% in più, e ben 1.494 (+47%) hanno riguardato casi di violenza domestica); in lieve calo (da 222 a 182) gli allontanamenti.
Lotta alla mafia
Da gennaio a luglio le operazioni contro la criminalità organizzata sono aumentate del 35,56% (dalle 45 dell’anno scorso alle 61 di quest’anno): 17 i latitanti arrestati (21 un anno fa), tra cui due di massima pericolosità, Matteo Messina Denaro e Pasquale Bonavota. Secondo il Dossier 2023 diffuso oggi dal ministero dell’Interno, complessivamente il numero di beni sequestrati e confiscati è passato da 9.316 a 10.178 (+9,2%) mentre il numero di quelli destinati dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati e’ cresciuto del 126,85% (+141,78 i soli immobili). Sempre quest’anno, le operazioni antidroga sono state 11.597, il 6,18% in più rispetto alle 10.922 dello stesso periodo dell’anno passato; in lieve aumento la quantità di sostanze sequestrate (49.070 chili l’anno scorso, 49.117 quest’anno). Dall’ottobre 2022 i Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose sono stati 10 mentre per altri 14 è stato prorogato lo scioglimento; 7 gli accessi ispettivi antimafia. Le interdittive antimafia adottate da gennaio a giugno sono state 1.278 (-14,5%).
Crimini d’odio
Da gennaio a luglio di quest’anno l’Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, ha censito 232 ‘crimini d’odio’, il 6,9% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le segnalazioni di reati discriminatori, nel dettaglio, riguardano in 73 casi etnia/razza, in 92 la religione, in 24 la disabilità, in 39 l’orientamento sessuale e in 4 l’identità di genere.
Terrorismo
Dall’1 gennaio al 31 luglio di quest’anno sono state 35 le espulsioni per motivi di sicurezza dello Stato a fronte delle 40 dello stesso periodo dell’anno passato; 8 gli estremisti arrestati contro i 19 di un anno fa. Immutato il numero dei foreign fighter monitorati (146) e inclusi nella lista del C.a.s.a., il Comitato di analisi strategica antiterrorismo.
Intimidazioni ai giornalisti
Nel primo semestre del 2023 le intimidazioni contro i giornalisti sono diminuite del 28,12%, dalle 64 dell’anno scorso alle 46 di quest’anno: di queste ultime, 4 hanno una matrice di criminalità organizzata, 21 sono riconducibili all’attività socio politica e 21 ad ‘altro’. La Lombardia è la regione con il maggior numero di intimidazioni (11) davanti a Lazio (7), Campania (6), Puglia (4) e Sicilia (4). Sempre nei primi sette mesi di quest’anno, anche gli atti intimidatori contro gli amministratori locali sono diminuiti, del 14%, passando da 300 a 258: di questi ultimi, 125 restano di origine ignota, 53 hanno come matrice tensioni sociali, 33 motivazioni di carattere privato, 31 tensioni politiche, 16 la criminalità comune e nessuno la criminalità organizzata. La regione con il maggior numero di intimidazioni contro amministratori locali è la Campania (31) davanti a Calabria e Lombardia (29), Piemonte (24), Puglia e Sicilia (23).
Agi