Dai cavalli da tiro ai costosi mezzi meccanici, al legno come importante risorsa per l’economia locale e fino alla proposta di ricominciare a disboscare con gli animali per tutelare l’ambiente ed evitare le macchine.

L’importanza e la storia del legno nell’Alto Vicentino e i danni causati dalla tempesta Vaia dello scorso anno sono stati al centro di un partecipato convegno, tenutosi a Caltrano in occasione della tradizionale Festa del Ringraziamento e dell’Agricoltura.

Ad un anno (quasi) dalla tempesta Vaia, sono ancora visibili i danni sull’Altopiano di Asiago e sui boschi del territorio e nel ricordare quei terribili giorni, in cui pioggia e vento hanno causato enormi danni, si è voluto dare spazio ai progetti per il futuro.

Una serata che ha visto l’intervento di qualificati relatori e la proiezione di un documentario, girato qualche mese dopo l’evento, nel quale il generale dei carabinieri forestali Daniele Zovi ed il dottor Gianni Rigoni Stern hanno commentato la distruzione dei boschi nell’area dei Sette Comuni.

Il sindaco Luca Sandonà ha voluto sottolineare l’importanza del patrimonio silvo-pastorale per l’economia caltranese, ma è stato anche evidenziato che fenomeni improvvisi, come è stata Vaia, costringono a pensare a nuovi modi di avvicinarsi alla montagna.

Sono seguiti interventi sull’importanza della risorsa legno ed in particolare di utilizzo del legno locale per l’economia veneta, le iniziative intraprese quest’anno, in particolare da Caltrano, per informare l’opinione pubblica su quanto fatto e programmato, soffermandosi infine sulle modalità di recupero del legname schiantato e sulle proposte per il reimpianto delle foreste.

Come si esboscava una volta è stato il tema trattato da Franco Chemello, dirigente della Comunità Montana Dall’Astico al Brenta e responsabile dell’Ufficio Patrimonio del Comune di Asiago, che ha ricordato, suffragato da interessanti dati tecnici ed economici, che a differenza di oggi dove si usano sofisticatissimi e costosi mezzi meccanici per tagliare e trasportare le piante nel bosco, una volta tale compito era svolto da cavalli da tiro condotti da preparati boscaioli.

“L’esbosco con i cavalli non è certo riproponibile per tutta una serie di ragioni, non ultima quella economica ed anche per problemi di tempistica, ma gli aspetti positivi di tale tecnica non sarebbero da trascurare – ha spiegato l’esperto forestale – Basti pensare ad esempio alle ampie superfici manomesse con l’utilizzo delle moderne macchine operatrici rispetto ai danni ben più contenuti se si opera con gli animali”.

Durante la festa dell’agricoltura sarà possibile visitare la mostra fotografica curata dal locale Foto Club Prisma, che propone una sezione speciale dedicata alla foresta devastata dal Vaia, con foto scattate dai soci nei boschi locali, anche con utilizzo di droni.

A.B.

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