Fanno sgranare gli occhi i numeri dei minori di cui si è persa traccia in Veneto. 102 bambini spariti e tolti dalle famiglie, sui quali il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato un’indagine.

Il caso Bibbiano fa scuola e l’inchiesta giudiziaria, sebbene ancora in fase preliminare, ha impressionato non solo l’opinione pubblica, ma anche gli amministratori, che ne hanno preso spunto per capire come stanno le cose ‘in casa loro’.

Oggi, domenica 4 agosto, rimbalza agli occhi di chi si è recato in edicola, il titolo del noto quotidiano Libero, che dedica addirittura un richiamo in prima ai 102 minorenni, che sembrano essersi volatilizzati in Veneto dopo aver trascorso qualche tempo in una struttura protetta.

Luca Zaia non se n’è stato con le mani in mano e sebbene il quadro non sia facile da delineare, ha avviato un’indagine per capire che fine abbiano fatto quei bambini dati in affido ai servizi residenziali, come denuncia Libero “la cui destinazione è ignota”.

Alessandro Gonzato, giornalista autorevole del quotidiano diretto da Vittorio Feltri, a pagina 9 specifica come al momento non ci sia prova di un sistema illegale dietro agli affidi su cui vuole fare luce Zaia.

Sotto la lente d’ingrandimento, delle denunce da parte di famiglie alle quali sulla base di relazioni sbagliate sarebbero stati strappati i figli. Ma anche i dati tratti dalla relazione del ‘Centro nazionale di documentazione analisi per l’infanzia e l’adolescenza’, basati su documenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Commissione parlamentare per l’Infanzia e della Regione Veneto.

Secondo quanto riporta Libero, su 685 minori dati in affido alle comunità, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2017, solo 193 sono poi tornati a casa loro, ma di 102 la destinazione è ignota. C’è da accertare di ragazzini diventati nel frattempo maggiorenni o di bambini piccoli e minorenni, alcuni dei quali potrebbero essere minori stranieri non accompagnati.

“Le informazioni, oltre ad essere vecchie di 2 anni – riporta Libero – non sono complete e non esiste una banca dati integrata”. Sempre secondo Gonzato di Libero, i dati non tornano perché, secondo un’altra statistica ricavata dalla medesima analisi, i minorenni usciti dalle comunità del Veneto dallo stesso periodo sarebbero 662 e non 685: “Ne mancano 23, che fine hanno fatto? Sempre al 31 dicembre 2017, 35 bambini fino ai 2 anni si trovavano all’interno di strutture di accoglienza. Quelli con meno di 10 anni erano 156. Il quadro stride con la legge 184 del 1983 che stabilisce che il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo è affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli minori, o a una persona singola in grado di assicurargli le relazioni affettive di cui ha bisogno. E il comma 4 ribadisce il ricovero in istituto deve essere superato entro il 31 dicembre 2006 mediante affidamento ad una famiglia, ove ciò non sia possibile, mediante inserimento in comunità di tipo familiare”.

L’indagine del governatore del Veneto Luca Zaia prende il via dall’ospedale di Padova. Si è scoperto che a una giovane copia veneziana per 9 mesi è stata tolta la potestà genitoriale. E’ accaduto nel 2016, quando la mamma, chiudendo il portone di casa, ha fatto cadere dall’ovetto la figlia di 40 giorni. In seguito alla caduta, la bimba ha riportato un taglio alla lingua ed è stata operata in pediatria all’ospedale di Padova. L’intervento è andato bene ma, come ha denunciato l’avvocato difensore della famiglia Matteo Mion, la mamma a sua insaputa e senza il proprio consenso, è stata trasferita per 45 giorni con la bimba alla Casa del Bambino Maltrattato. 2 settimane dopo sui capelli della bambina sono state trovate tracce di cocaina, il padre è risultato negativo, per la madre è emersa una positività ma semplicemente al principio attivo di un antidolorifico che le era stato somministrato in ospedale dopo il parto cesareo. Nonostante ciò – la storia viene ripercorsa nei dettagli dal quotidiano Libero – il Tribunale dei Minori, il 9 aprile, ha trasferito la bimba in una struttura protetta insieme alla mamma. L’avvocato Mion ottiene una consulenza tecnica per accertare se la piccola fosse stata maltrattata o meno, l’esito ha chiarito che si era trattato di un incidente, è stata confermata la questione della cocaina e il 21 novembre è stato annullato l’affidamento ai servizi sociali”.

Nel frattempo l’avvocato ha chiesto all’ospedale di Padova 100mila euro di risarcimento, dimostrando le schiaccianti ragioni dei genitori, ma la struttura non vuole risarcire i danni biologici, morali, esistenziali e patrimoniali. Zaia ha fatto aprire un’inchiesta interna all’ospedale, ma c’è anche una denuncia alla procura della Repubblica per fare chiarezza su quanto accaduto alla coppia veneziana.

di Redazione Altovicentinonline

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