Scuola e Politica hanno fallito. In Italia è così: inutile girarci intorno. Lo dicono i fatti. Fatti che rivelano lo stato di sottomissione cui sono spesso costretti gli insegnanti nei confronti degli alunni, dai quali sono ‘bullizzati’, se non addirittura percossi. Minacciati di essere sciolti nell’acido.

E chissà se questi ‘aguzzini’ di 16/17 anni sono quegli stessi bambini che, a loro volta, all’asilo, furono pestati, maltrattati, strattonati, dalle loro maestre e oggi, cresciuti e vendicativi, riversano quella violenza subita sulla categoria insegnanti.

Già, perché va ricordato che la ‘cronaca scolastica’ vede gli insegnanti ora spietati educatori d’infanzia, ora vittime sacrificali di una gioventù perversa. Il verdetto finale può essere soltanto uno: in Italia, la Scuola, di ogni ordine e grado, è un vero fallimento.

Di pari passo va la Politica, anche quella di ogni ‘ordine e grado’. Dalla nazionale alla locale, passando per la regionale, abbiamo ‘fulgidi’ esempi di fancazzisti. Uomini, donne, improvvisati al governo, incapaci, generici, patetici nel loro tentativo di mostrarsi efficienti. E fanno più danni di una guerra: perché va detto che non lasceranno cadaveri sul loro scarso cammino, ma di sicuro lasciano ‘morti di cattiva politica’.

Sono ‘morti’ i tanti disoccupati, i precari ‘a vita’; coloro che, da anni, attendono una Giustizia lenta e inefficace; gli imprenditori supertassati; le famiglie che campano in 5 con uno stipendio da fame. Sono morti gli italiani che scoprono che quel voto che hanno dato sperando in futuro migliore è stato un voto perso.

Al momento abbiamo una politica nazionale in stallo da quasi 3 mesi. I vincitori delle elezioni dello scorso 4 febbraio si contendono una poltrona come due bambini un gelato. E rischiano di scioglierlo, nello strapparlo da una mano all’altra. ‘Papà’ Mattarella rischia un infarto da consultazione, e medita, ora sì ora no, di cedere il gelato al figlio biologico, punendo entrambi i legittimi.

Roba che, in tempi biblici, un piatto di lenticchie costò la primogenitura a Esaù, in favore del fratello Giacobbe, in molto minor tempo di quanto non accada oggi. Ed erano ‘tempi biblici’ .

 

Basta guardare anche ad un passo da noi, nei Consigli  comunali ad esempio, dove   genericamente (sì, qualcuno si salva), siede  una massa informe di soggetti assolutamente ignari della gestione della cosa pubblica. “Catturati’ da questo o quel partito per portare anche un minimo di voti. Perché l’ingordo politicante non lascia niente nel piatto. Fa pure la ‘scarpetta’.

Uno scempio, dunque, l’Italia, tra Scuola e Politica, vero? Ma non si creda, di potere, noi, tirarci fuori da responsabilità.

Perché chi ha rubato il valore della formazione scolastica, quella scala sociale che va percorsa gradino dopo gradino, siamo stati anche noi, con la nostra scarsa attenzione ai primi segnali di abbandono, cominciati almeno 30 anni fa. E sempre noi abbiamo sopportato e supportato chi da 30 anni almeno ci ha massacrati di cattiva politica. Il nostro futuro è alle nostre spalle.

Patrizia Vita

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