Col Covid che mina pesantemente la socialità c’è chi si muove per tenere ‘vivi’ i più giovani. Ragazzi con numeri da grandi, che non perdono tempo e che si danno da fare per il bene degli altri. Come Tommaso Fontana, 24 anni di Carrè che smesso il turno da magazziniere fa l’educatore all’Azione Cattolica Ragazzi del paese. Ma non solo. È anche un volontario della Protezione Civile di Caltrano e, da quando aveva otto anni, fa parte della Banda Cittadina di Carrè.

“Un vulcano, una figura indispensabile”. Insomma, un ‘ragazzo d’oro’ come lo descrive il parroco di Carrè, don Alfredo Neri, che in fatto di aggregazione e il saper prendere per mano tutti non è secondo nessuno.

“Si sente il peso di non potersi trovare uno vicino all’altro e, anche se ci proviamo, il farlo attraverso delle riunioni online non è la stessa cosa-spiega il 24enne Tommaso che nel suolo ruolo di educatore dell’Acr segue i ragazzi di seconda e terza media-Un’età che possiamo definire da ‘combattimento’, lo spartiacque dall’essere bambini al diventare adolescenti: i ‘miei’ ragazzi sentono molto la mancanza delle attività e da parte mia cerco di fare sentire la mia presenza”. Seguendo anche a distanza i loro passi, “piccoli ma importanti che li porteranno a maturare di anno in anno”.

da educatore…
Coi ricordi dei campi scuola, dove questi giovani si trovano a confronto con se stessi e con gli altri, Tommaso si sofferma su quanto il suo ruolo da educatore lo stia cambiando. “Dopo essere stato io ‘uno di loro’, iniziando a 6 anni a frequentare l’Acr, ho scelto di far da guida a quelli più piccoli di me-spiega- Il gruppo Acr di Carrè ha dato molto a me: mi ha fatto crescere come persona, ho trovato altri ragazzi con cui ho stretto legami forti, ho capito il senso di responsabilità. Insegnamenti che adesso cerco di trasmettere ai giovanissimi.

A Carrè siamo in 20 educatori: un bel gruppo”. Scappa un sorriso a Tommaso, anche se non si vede perché celato dalla mascherina: ma i suoi occhi brillano quando parla delle attività legato all’Acr e racconta del brulicare di idee che lui e i suoi colleghi mettono in campo per incentivare il senso di fraternità tra i giovani. “Ora non è facile, come per tutti-continua-Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi, ma la voglia di ricominciare nella normalità è tanta”.

“vedere la crescita dei ragazzi: emozione sempre forte”
Un impegno che non solo accompagna gli ‘animati’ che gli vengono affidati, ma che lo segna personalmente: “Non sempre è semplice spiegare quanto il far parte di questo gruppo mi dia emozioni- racconta Tommaso soffermandosi sull’ultima ‘veglia delle stelle’- E’ stato nel 2019, al termine di un campo scuola e ci trovavamo attorno al falò: il momento in cui noi educatori abbiamo fatto dell’iniziazioni. Vedere, ed essere partecipe, della crescita dei ragazzi mi ha emozionato molto. Mi sono commosso e mi sono messo a piangere, assieme ad altri due educatori. Lacrime di felicità, perché capiamo che siamo riusciti nel nostro piccolo ad aiutare dei bambini a fare piccoli passi nel loro percorso di vita”.

…a volontario protezione civile
Con l’attività da animatore in standby da circa un anno, causa Covid, per Tommaso Fontana non c’è stata comunque pausa nel suo tempo libero. “Da cinque anni faccio parte della Protezione Civile di Caltrano-spiega-Sono un volontario formato, ho intrapreso vari corsi di formazione: dal pronto soccorso all’uso del defibrillatore  ai lavori in quota. L’essere d’aiuto agli altri mi stimola molto, ma è chiaro che per farlo bisogna essere preparati: di questo ringrazio la squadra di Caltrano che mi ha fatto subito sentire parte di un gruppo e mi ha dato modo di mettere le mie attitudini a servizio per il bene della gente”.

Spigliato e dinamico, Tommaso non nasconde la propria sensibilità che va di pari passo all’essere vigile ed attento. “Come quando, all’ultima apertura delle malghe di Caltrano, siamo stati colti da un forte diluvio-ricorda-Assieme ad Oriana, collega volontaria della Protezione Civile, ci trovavamo lì per dare supporto in fato di sensibilizzazione nelle misure di contrasto al Covid. Ad un certo punto, sotto la forte pioggia, abbiamo notato una donna incinta in difficoltà: l’abbiamo fatta salire sulla nostra auto e lei ci chiese di trovare suo marito e la figlia-continua-Mi sono subito messo in moto con l’auto, trovando l’uomo che cercava di spingere il passeggino con la piccola. Appena mi sono fermato la prima cosa che lui ha fatto è stato prendere la bimba e affidarla a me: mi sono venute le lacrime agli occhi perché questo padre, pur senza sapere chi fossi, non ha esitato a fidarsi totalmente di me.

Questo è anche il senso di sicurezza che la Protezione Civile infonde nelle persone e io sono orgoglioso di far parte di questo mondo di volontariato”.

Con o senza la divisa da volontario, Tommaso resta comunque un giovane di 24 anni, che vive le emozioni della sua età, “sono anche fidanzato”, è donatore del sangue da quando è maggiorenne e suona il basso tuba nella Banda Cittadina di Carrè “ho iniziato a 8 anni, seguendo le orme di mio papà che ora ne è anche il presidente. Sono molto legato alla famiglia e i miei genitori mi hanno insegnato cosa significa fare delle scelte-conclude-Non mi hanno mai ostacolato, lasciando che provassi di prima persona se una cosa andava bene o no per me”.

Paola Viero

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