Il preside Cristiano Rossi, il più amato dirigente scolastico dell’Alto Vicentino, lascia l’Istituto Comprensivo Nicolò Rezzara di Carrè, Chiuppano e Zanè e torna nella sua Toscana.
Una decisione presa per avvicinarsi alla sua famiglia, che negli ultimi due anni ha dovuto sopportare la lontananza del maestro-preside che si è fatto distinguere per l’approccio innovativo, tanto da sembrare “più un direttore didattico che un dirigente scolastico”.
Era stato proprio lui, alla fine del concorso vinto, che lo ha fatto arrivare in provincia di Vicenza, a denunciare le assurdità di concorsi pubblici che costringono le persone a trasferimenti a migliaia di chilometri di distanza. Quando gli fu assegnato il Comprensivo Rezzara, per spiegare la difficoltà di molti colleghi a spostarsi, disse: “Potete immaginare la frustrazione di chi, come noi, percepisce questo paradosso come una palese ingiustizia del sistema. Col senno del poi molti si sarebbero augurati di prendere qualche voto più basso all’esame del concorso per trovare posto sotto casa, in barba alla logica della meritocrazia”.
Cristiano Rossi ha voluto salutare tutti a modo suo, con l’empatia e la sensibilità che lo hanno fatto amare, tanto che molti colleghi, anche di altre scuole e di altri Comuni, sono concordi nel definirlo “molto amato”.
Rossi descrive la ‘sua’ scuola come una scuola “abbracciata dai monti”, con il Summano a fare da faro di riferimento per un intero territorio. Non a caso, è stato il primo sostenitore del modello ‘scuola all’aperto’, con il quale ha coinvolto i giovanissimi studenti. Appena arrivato, nel 2019, dell’Istituto Comprensivo aveva detto Ho avuto la fortuna di essere assegnato, per il mio primo incarico di dirigente scolastico, in una scuola che sento molto vicina, nel suo impianto educativo e didattico, in cui ho percepito un clima di collaborazione e di solidarietà che, nel lavoro dell’educatore, è fondamentale per poter essere insegnanti efficaci. Una scuola che unisce tre comunità che hanno la loro identità ma che condividono un percorso comune”.
Ora arriva il momento di salutare tutti, di cambiare progetti. E per farlo Il preside ha scelto il modo a lui più congeniale: una lettera scritta con il cuore, che ha dedicato ai suoi bambini, agli alunni e ai colleghi, ma anche ai sindaci e chi ha collaborato con lui.
“Quando, salendo verso nord, in autostrada, nelle albe di inizio settimana, vedevo in lontananza il profilo del monte Summano con le sue due cuspidi, sapevo di essere ormai arrivato a scuola. Ricordo ancora, in una calda giornata di fine agosto di due anni fa, all’arrivo a Carrè, la gioia sincera di Elide, nel sapere che ero stato assegnato a quella scuola. Dal prossimo primo settembre comincerò a lavorare in una nuova scuola, a Lucignano, vicino Arezzo, a pochi chilometri dalla mia casa e dalla mia famiglia, che in questi due anni ha vissuto con la fatica della distanza questo mio impegno.
Questi due anni sono, però, stati, un’occasione di grandissimo arricchimento umano e professionale. Sono un maestro elementare, e questo si è, inevitabilmente, riverberato sul mio essere preside. Quando, i primi mesi, mi dissero che sembravo più un direttore didattico che un dirigente scolastico allora avevo capito che stavo andando nella giusta direzione.
Mi mancheranno Caterina, Luigia, Sabrina e tutte le mie colleghe in segreteria, che con la loro serenità e vicinanza mi hanno sempre supportato in tutte le situazioni, soprattutto in questo ultimo anno e mezzo così particolare. Mi mancherà Eliana, la mia instancabile vicepreside che, con la sua competenza e vicinanza, mi ha sostenuto in questi due intensi anni. Mi mancherà l’umanità della mia collaboratrice speciale Elisa, sempre attenta agli ultimi. Mi mancheranno le maestre e i maestri, le professoresse e i professori delle mie scuole, con cui ho condiviso le gioie e i momenti difficili di questo periodo, i bellissimi progetti e la nuova visione di scuola all’aperto. Mi mancheranno tutte le collaboratrici e i collaboratori scolastici, che con il loro sorriso mi accoglievano sempre al mio ingresso in ogni plesso, spesso con il caldo profumo di un caffè.
Mi mancherà il sorriso dei bambini che mi chiamavano preside maestro e che ogni volta che andavo a trovarli mi travolgevano con i loro racconti e le loro domande, la sincerità dei ragazzi delle medie che venivano a trovarmi in presidenza, diventata per loro luogo familiare di ascolto, gli abbracci e gli sguardi dei nostri bambini e ragazzi speciali, anima viva delle nostre scuole. Mi mancheranno la mia sindaca Valentina di Carrè e i miei sindaci Giuseppe di Chiuppano e Roberto di Zanè, le assessore e gli assessori e i loro uffici che ho sempre subissato di richieste. La collaborazione che ne è nata è stato un grande lavoro di squadra che ha reso le nostre comunità più coese e attente ad ogni singola fragilità umana e familiare. Lascio davvero molto e lo faccio per riavvicinarmi alla mia famiglia. Se i luoghi di vita e di lavoro fossero stati gli stessi la storia sarebbe stata un’altra. Ma spesso, nella vita, accade di incontrare, per un periodo anche breve, persone e luoghi che entrano a far parte della nostra vita, per sempre.
Ci salutiamo per rincontrarci ancora nel cammino delle nostre vite. Auguro a tutte le bambine e a tutti i bambini, a tutte le studentesse e a tutti i nostri studenti di venire a scuola sempre con gioia, con la curiosità di scoprire e di imparare la bellezza del mondo che ci sta intorno. Felice scuola a tutti, Preside Maestro Cristiano”.