Il consiglio dei ministri reclama la propria competenza ed impugna la legge regionale del Veneto “Stop nuove cave”. Un’azione, nei confronti di quel documento atteso per 36 anni in Regione, che Bottacin  giudica: “Chiaro attacco politico nei nostri confronti”.

Una decisione presa dall’organo del Governo che richiama a sé le “varie disposizioni riguardanti i provvedimenti autorizzatori dell’attività di coltivazione delle cave e dell’attività estrattiva invadono la competenza riservata allo Stato dall’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, in materia di tutela dell’ambiente”.

Motivazioni ritenute del tutto infondate da Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’ambiente, che ribatte sulla decisione del Cdm: “E’, come sempre, un chiaro attacco politico nei confronti del Veneto da parte di un governo non eletto e con i minuti contati – continua –  In precedenza ci avevano detto che secondo loro c’erano solo alcune cose da sistemare”.

Da lì l’intervento dell’avvocatura regionale che, come spiega l’assessore,  “aveva puntualmente e ampiamente argomentato rispondendo alle obiezioni sollevate con una lettera in cui si proponeva comunque di tenerne conto, facendone oggetto di un correttivo legislativo. Ma il governo se ne è ampiamente fregato e oggi ha impugnato la nostra legge. Ce ne faremo una ragione – conclude Bottacin – Ma non si può non evidenziare che hanno anteposto lo strumentale attacco politico a una legge che il Veneto attendeva dal 1982. Lo hanno fatto anche altre volte, come nel caso del bollo per le auto storiche: hanno impugnato la nostra legge ma non quella di altre regioni”.

P.V.

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