Fari puntati sull’ospedale di Santorso nella fase di graduale riapertura di servizi e rientro dei reparti da Bassano grazie alla denuncia di Coalizione Civica Schio, che denuncia: “Nel dopo covid l’ospedale perde un pezzo di cardiologia”.
Si tratterebbe di elettrofisiologia e le indicazioni arrivano ai rappresentanti scledensi da Bortolo Martini, primario di Cardiologia prossimo alla pensione, che ha lanciato l’allarme, che è stato raccolto da Carlo Cunegato e Giorgio De Zen, membri anche del Comitato di Tutela alla Sanità Alto Vicentino.
“Ancora una volta siamo costretti a comunicare la preoccupazione per l’ospedale di Santorso. Se è vero che rimangono solo 6 persone in terapia intensiva Covid, perché non c’è un piano chiaro per riportare repentinamente i reparti a Santorso? – sottolineano Cunegato e De Zen – Quanto può rimanere un territorio di 180mila abitanti senza ospedale? E’ vero, è stata aperta una piccola sala di chirurgia, e il commissario Simoni ha affermato che per il 18 Maggio, se non ci sono gravi imprevisti, ritornerà l’Oncologia. Preoccupa inoltre una lettera inviata all’Ulss dal primario di Cardiologia Bortolo Martini, prossimo alla pensione dal mese di giugno, che segnala il pericolo di politiche che favoriscono Bassano, e rischiano di demolire definitivamente anche la cardiologia, completando un piano di indebolimento della sanità dell’Altovicentino che noi denunciamo dal 2016”.
I due consiglieri di Schio rivelano quanto scritto da Martini: “A Santorso sono state chiuse le Unità Operative semplici a valenza dipartimentale di emodinamica e le unità operative semplici di riabilitazione cardiologica e di medicina dello sport. Viene attivata una UOS di unità coronarica ed una di emodinamica. A Bassano vengono contemporaneamente attivate due UOSVD di emodinamica, una di elettrofisiologia ed un UOS di UCIC. Questa manovra gestionale a palese favore di bassano non ha nessuna giustificazione e lede gravemente le potenzialità assistenziali della popolazione dell’Alto Vicentino”.
De Zen e Cunegato evidenziano che “A parlare non è un pasdaran dell’opposizione, ma un medico apprezzato che ha eseguito il maggior numero di impianti di pace maker e defibrillatori in Italia. Le potenzialità assistenziali del nostro territorio, della nostra gente, sono a rischio. Quindi a Santorso chiudono l’unità semplice dipartimentale di emodinamica e l’unità semplice di medicina dello sport e di riabilitazione cardiologica. Chiude anche l’unità semplice di elettrofisiologia che garantiva ai pazienti centinaia di pace maker, defibrillatori salava vita. Di fatto a Santorso rimane solo l’unità semplice di terapia intensiva cardiologica, che serve a poco. L’unità di elettrofisiologia sarebbe dovuta finire a Santorso, così invece si creano delle disparità enormi tra i due ospedali e quindi del diritto alla salute dei cittadini dei due territori. Il pericolo è che Santorso perda un settore fondamentale della cardiologia, come elettrofisiologia. Un medico si è trasferito, un altro è malato e Martini, grande elettrofisiologo, è ad un passo dalla pensione. Di fatto l’elettrofisiologia non esisterà più a Santorso. Tutta l’interventistica cardiologica ormai è nelle mani di Bassano e il nostro territorio sta perdendo un altro pezzo fondamentale della Sanità. E’ quindi prevedibile che nessun giovane cardiologo verrà a lavorare da noi, perché sicuro di non avere prospettive e alcuni cardiologi andranno presto in pensione. Fino a qualche anno fa avevamo una elettrofisiologia più efficiente di Vicenza. Adesso, a causa di una mancanza di investimenti, siamo tra i peggiori, superati anche da Arzignano. Le garanzie di Zaia del 2016, secondo le quali la fusione per incorporazione con Bassano non ci avrebbe penalizzato si sono rivelate false. Come facciamo a fidarci delle garanzie di chi ha tradito la nostra fiducia dopo la trasformazione del nostro ospedale in Covìd Hub?”
di Redazione Altovicentinonline