Venezia, Padova e Treviso sono le prime città venete isolate per contenimento del contagio da Coronavirus.

Lo ha stabilito il presidente del consiglio Giuseppe Conte, che si è assunto “la responsabilità politica della scelta” e nella notte ha firmato il decreto.

Non solo Lombardia quindi, ma anche tre province venete sono sottoposte a divieto di ingresso e uscita, almeno fino al 3 aprile.

Conte ha spiegato di aver raccolto sino alle 19 le indicazioni e i pareri dei ministri competenti e presidenti di regioni, ma l’iter non era completato. “Adesso il decreto del presidente del Consiglio è stato elaborato nella sua versione definitiva: sono pervenute le osservazioni delle regioni e tra qualche ora sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale e sarà vigente. Sarà consentito il rientro al proprio domicilio – ha sottolineato – ma non possiamo più permetterci nelle aree previste dal decreto forme di aggregazione. D’ora in poi chi avrà febbre da più di 37,5 gradi centigradi e infezioni respiratorie è fortemente raccomandato di restare nel proprio domicilio, a prescindere che siano positivi o no. Contattino il medico curante – ha spiegato Conte – C’è il divieto assoluto di mobilità per chi sia stato in quarantena, dobbiamo limitare il contagio del virus e evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere. Con il nuovo decreto non ci sono più le zone rosse, i focolai stabiliti all’inizio. Non c’è più motivo di tenere le persone di Vò e del lodigiano in una zona rossa confinate. Sono state create zone più ampie. Queste misure provocheranno disagio ma questo è il momento dell’auto-responsabilità, non del fare i furbi. Tutelare soprattutto la salute dei nostri nonni”.

Restano sospese manifestazioni, eventi, spettacoli, cerimonie ed è sospesa l’apertura dei musei.

“Le forze di polizia saranno legittimate a chiedere conto ai cittadini che si muovono sui territori interessati dalle nuove norme per il contenimento del Coronavirus – ha dichiarato Conte – E’ un divieto non assoluto di muoversi ma la necessità di motivarlo sulla base di specifiche indicazioni. E’ insomma una ridotta mobilità”.

A Venezia, Treviso e Padova i bar e i ristoranti potranno rimanere aperti dalle 6 alle 18 purché garantiscano almeno un metro di distanza tra i clienti, pena la sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione.

“Non ci possiamo più permettere contagi”, ha concluso il premier Conte.

“Nella zona rossa, si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di anticipare, dall’8 marzo al 3 aprile, la fruizione per i lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario o di ferie”.

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