Un milione di euro di risorse pubbliche per progetti sperimentali e innovativi che aiutino le persone over 65 a stare bene, a sentirsi attivi e valorizzate nella comunità e ad essere protagonisti di scambi di saperi e conoscenze. E’ la ’ricetta veneta’ messa in campo dall’assessorato alla sanità e al sociale, retto da Manuela Lanzarin, per favorire l’invecchiamento attivo in una regione dove gli ultrasessantacinquenni sono 1.109.000, vale a dire oltre il 22 per cento della popolazione.
La strategia dell’”invecchiamento attivo” è stata codificata con la legge 23, approvata due anni fa, dettagliata nel primo piano triennale 2018-2020 costruito d’intesa con la Consulta regionale per l’invecchiamento attivo, e finanziata con bandi rivolti a stimolare l’iniziativa e la capacità organizzativa dei territori e delle comunità. I bandi 2019, pubblicati sul Bur in uscita venerdì 5 luglio, rendono disponibile un milione di euro per cofinanziare progetti e iniziative di Comuni, Ulss, Centri di servizi, università e istituzioni scolastiche, Fondazioni, enti del privato sociale, associazioni di volontariato.
Due le linee di progetti che dovranno essere presentati entro il 14 agosto e che saranno finanziati con contributi fino ad un massimo di 50 mila euro per iniziativa: la vita autonoma in buona salute e la partecipazione sociale. “Intendiamo valorizzare la migliori pratiche presenti nel territorio su partecipazione sociale, promozione della qualità della vita, scambio intergenerazionale, impegno delle persone anziane in lavori socialmente utili – sottolinea all’assessore Lanzarin – Ai soggetti attuatori chiediamo progetti e iniziative innovative, possibilmente di rete, che contrastino la solitudine, l’isolamento sociale o la carenza di reti familiari. L’età della pensione non è sinonimo automatico di vecchiaia, decadimento e malattia: l’obiettivo è valorizzare il tempo ‘liberato’ della terza età e investire sul ‘capitale umano’ di chi ha maturato esperienza di vita, saperi, conoscenze, mestieri. Tra pochi anni un quarto della popolazione del Veneto avrà superato la soglia dei 65 anni: avere una buona qualità di vita, relazioni e interessi, aiuta ad invecchiare meglio, a conservare salute e abilità e a continuare ad essere una risorsa per i più giovani e per l’intera comunità”.
Le due linee di finanziamento (ciascuna con un budget da 500 mila euro) condividono l’approccio comune di considerare gli over 65 al tempo stesso fruitori e protagonisti dei progetti a loro dedicati e di incentivare aggregazione e reti di vicinato.
Per quanto riguarda la salute, il benessere e la vita autonoma, il bando punta a selezionare progetti che promuovano reti di relazioni, incentivino l’attività motoria, favoriscano stili di vita e di alimentazione sani, aumentino la consapevolezza e l’autostima delle persone coinvolte. Per quanto riguarda la partecipazione sociale, il bando suggerisce progetti e iniziative che contrastino isolamento ed esclusione sociale, migliorino le relazioni tra generazioni, colmino le distanze geografiche tra famiglie, aiutino a mettere a disposizione della comunità le esperienze professionali maturate nel corso della vita lavorativa, favoriscano l’educazione permanente, la familiarità con le nuove tecnologie ed esperienze di solidarietà condivisa.
Il primo bando regionale per l’invecchiamento attivo, promosso lo scorso anno con una dote finanziaria di due milioni di euro, ha visto 104 progetti presentati e 84 finanziati con un budget medio tra i 20 e i 30 mila euro, il coinvolgimento diretto di 37 comuni, 33 enti del terzo settore tra associazioni, fondazioni e cooperative sociali, 14 Ipab, 2 azienda sanitarie e l’Università di Padova. Destinatari privilegiati sono stati i circa 600 mila veneti con meno di 75 anni. “L’85 per cento dei sessantenni e settantenni di oggi – conclude l’assessore – gode di ottima salute e rappresenta una risorsa preziosa per le nostre comunità”.