E’ già cosa fatta con l’Asl Serenissima, ma il progetto è quello di estenderlo a tutte le altre realtà sanitarie del Veneto. I medici andranno formati.
L’idea è siglare un patto tra la Regione Veneto e le tre sigle dei medici di base (Fimmg, Snami e Smi) che stabilisca una serie di incentivi finanziari ai medici di famiglia basati su tre criteri, simili a quelli che già esistono nell’accordo di Belluno: “Appropriatezza nell’utilizzo dei codici di priorità” (1 euro per ogni assistito), “Esami Tac e risonanza magnetica” (0,50 centesimi ad assistito) e Applicazione dei criteri di appropriatezza e la conseguente riduzione delle prescrizioni di specialistica ambulatoriale” (0,45 centesimi a paziente).
Come ha spiegato Maurizio Scassola, segretario della Fimmg, è attualmente in corso un tavolo di trattativa e l’obiettivo è estenderlo a a tutte le Aziende Sanitarie Locali. «Questo approccio – sottolinea Scassola – mira a migliorare l’efficienza nella gestione delle liste d’attesa coinvolgendo sia i medici di famiglia che gli specialisti ambulatoriali, nell’ottica di beneficiare l’intera popolazione».
Quindi prescrizioni appropriate alle esigenze dei cittadini per arginare il problema delle liste d’attesa e la carenza di personale sanitario, che stanno ingolfando il nostro sistema sanitario.
Luca Barutta di Anaao Assomed ha dichiarato al Corriere del Veneto che “Con il manager di Azienda Zero Annicchiarico ne abbiamo parlato in maniera franca: le liste d’attesa possono essere abbattute solo incrementando il personale specialista. Poi, sugli incentivi ai colleghi della medicina generale, possiamo mettere in campo la carota ma non credo basterà. E credo che il medico di base, per la sua responsabilità, valuti già la reale priorità del paziente, non è una scienza esatta”.