“Sono previste sanzioni severe per chi tiene i cani e gatti alla catena, per il taglio di coda e orecchie, per l’utilizzo collari elettrici e la detenzione di equini e bovini senza adeguati ripari. Sono inoltre vietate le operazioni di selezione o di incrocio tra razze per svilupparne l’aggressivita’, la messa in palio di esemplari durante fiere o sagre, l’allontanamento dei cuccioli di cani dalla madre prima di 60 giorni e l’esplosione di botti e fuochi artificiali in parchi, giardini e aree protette”. Infine, il pdl prevede l’istituzione dell’Anagrafe regionale con obbligo di microchip anche per i gatti, e crea un nuovo organismo, l’Ardav (Area regionale dei diritti degli animali del Veneto), a cui partecipano enti locali, Ulss e rappresentanti delle associazioni di protezione, e novita’ rispetto all’accesso degli animali negli ospedali e nelle case di riposo. Visto il tema, l’auspicio dell’opposizione e’ che il progetto di legge possa essere approvato all’unanimita’

Proteggere gli animali da affezione da maltrattamenti e abbandoni. Questo l’obiettivo del progetto di legge presentato dai consiglieri regionali veneti di minoranza. “Il numero di animali d’affezione e’ in continua crescita”, afferma il primo firmatario del provvedimento, Andrea Zanoni (Pd) citando gli 852.694 cani iscritti all’anagrafe canina del Veneto. “In aumento, pero’, sono anche i casi di maltrattamento: leggiamo troppo spesso episodi di estrema e assurda crudelta’, cosi’ come delle difficolta’ in cui versano le strutture di ricovero per animali abbandonati. Questo pdl sancisce anzitutto il loro diritto alla dignita’ in quanto esseri viventi e le misure al suo interno sono conseguenti”.

Nello specifico il progetto di legge e’ composto da 35 articoli in cui vengono definite le funzioni degli enti locali, delle Ulss e delle associazioni di protezione e tutela. Ad esempio “la giunta regionale deve adottare il Piano triennale degli interventi di educazione sanitaria e zoofila, controllo demografico e prevenzione del randagismo, fissare i requisiti per le strutture di ricovero ed erogare ai Comuni i fondi per i rifugi di cani e gatti; mentre le Ulss sono chiamate a promuovere, con le associazioni animaliste, campagne per l’adozione e per la sterilizzazione canina e soprattutto felina”, spiega il dem. Un ampio capitolo della norma riguarda poi i divieti

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