“In un’epoca di fughe del personale medico dalla sanità pubblica verso quella privata, non è tollerabile alcuna diminuzione dei compensi, specie se si tratta dei medici che garantiscono il servizio di continuità assistenziale”.
Lo afferma la consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde), che prosegue “Quanto sta avvenendo nella Ulss7, con la riduzione della retribuzione dei medici di guardia da 40 a 23 euro, l’ora è inaccettabile. In un territorio come quello dell’alto vicentino che nel corso di quattro anni ha registrato un’emorragia di ben 266 medici, di cui quasi il 70% con dimissioni inaspettate, cioè non dovute a pensionamento, non è tollerabile né francamente sostenibile, anzitutto per la tenuta del servizio, alcun provvedimento che priva del giusto riconoscimento chi lavora in contesti, come quello dell’alto vicentino, evidentemente più sfidanti e fragili”.
“Ritengo quindi necessario avere dei chiarimenti su quanto sta accadendo – chiarisce la consigliera – specie perché dalla deliberazione di fine marzo 2023 del Direttore generale dell’Ulss 7 si legge a chiare lettere che la Regione del Veneto non ha risposto alla istanza di riconoscimento di area disagiata proposta dalla Ulss, necessaria per evitare la riduzione del compenso dei medici di guardia”.
“La riduzione dell’onorario professionale disposta dalla Ulss 7 è un atto necessitato derivante dalla precisa applicazione della delibera regionale del dicembre 2022? – chiede Cristina Guarda – Indipendentemente dalla risposta che sarà fornita alla interrogazione depositata , un fatto è chiaro ed evidente sin d’ora: il governo della sanità in regione non ha a cuore chi, come i medici di guardia, garantisce la continuità assistenziale notturna e festiva e che spesso si fa anche carico della carenza di medici nei territori meno attrattivi. Diversamente, chi amministrata la sanità regionale non promuoverebbe riduzioni di compensi, utili solo a sfiduciare e allontanare chi ad oggi tiene in piedi il sistema sanitario veneto”.