Chiudono le stalle, ma aumenta il consumo di latte e derivati. La messa al bando dell’olio di palma ha avuto una ricaduta positiva per i produttori di latte e Coldiretti Vicenza conferma: “le nostre aziende, con latte di qualità, sono pronte a soddisfare la crescente richiesta a favore del consumo di un prodotto sano e locale”.
Una situazione portata alla luce in occasione della Giornata mondiale del latte e, in particolare, dell’etichettatura d’origine obbligatoria sul latte made in Italy.
Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Vicenza, hanno sottolineato: “Il cambiamento che stiamo osservando da tempo, ad esempio a seguito della messa al bando dell’olio di palma, a favore soprattutto del burro ha coinvolto anche gli altri prodotti a base di latte e rende ancor più necessario per il nostro territorio valorizzare e sostenere il proprio patrimonio lattiero caseario, dopo che negli ultimi dieci anni si è praticamente dimezzato il numero di stalle presenti, tanto da aver raggiunto il minimo storico di allevamenti. Un fenomeno causato dal crollo del prezzo pagato agli allevatori, che è sceso per lungo tempo addirittura al di sotto dei costi di alimentazione del bestiame”.
Una situazione insostenibile che richiede una decisa inversione di tendenza, poiché da salvare ci sono migliaia di posti di lavoro nell’attività di allevamento da latte, che generano lungo la filiera un fatturato di svariati milioni di euro, la voce più importante dell’agroalimentare dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista dell’immagine del Made in Italy. Sono 488 i formaggi tradizionali censiti dalle regioni che si aggiungono ai 49 a denominazione di origine protetta (Dop) riconosciuti dall’Unione Europea, ai quali è destinato circa la metà del latte consegnato dagli allevamenti italiani. “La chiusura di una stalla non significa solo perdita di lavoro e di reddito, ma anche un danno ambientale – hanno concluso Cerantola e Palù – con quasi la metà degli allevamenti che si trova in zone montane e svantaggiate e svolge un ruolo insostituibile di presidio del territorio, dove la manutenzione è assicurata proprio dal lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli effettuato dagli animali”.