Avrà perso la vista, ma la maestra Concetta Guarrera non ha perso la memoria e nemmeno la voglia di godersi una bella giornata di festa. Un regalo che le sue ex alunne della 1° C della Rigotti di Malo, anno scolastico 1972 – 1973, dopo mesi di contatti per ritrovarsi tutte, si sono volute fare organizzando un pranzo con la loro insegnante dell’epoca: un invito che la donna, 99 primavere alle spalle ed una lucidità invidiabile, non ha esitato ad accettare per riabbracciare le sue allieve, presentandosi all’appuntamento sorridente ed elegante con un filo di rossetto che non ha mai smesso di usare.
Tanta l’emozione e gli occhi lucidi, un affetto grande quello delle bambine oggi donne adulte, che però ancora si ritrovano a ripensare con affetto e un pizzico di nostalgia a quegli anni passati tra i banchi ad imparare le cose della vita ancor prima delle tabelline. Tutto merito della dedizione della maestra Concetta che da Malo non si è mai spostata e che ha lasciato nelle sue scolaresche un indelebile ricordo fatto di grande pazienza e di profondo amore per la sua professione.
Originaria dell’Altopiano, dopo aver insegnato in vari paesi da Posina fino ai Colli Berici, la maestra si è infine trasferita a Malo e lì è rimasta fino alla pensione: “La particolarità della nostra classe” – racconta una delle sue ex allieve – “è stata quella di essere la prima classe solamente femminile che ha avuto nella sua storia di insegnante dopo aver passato per parecchi anni classi solo maschili. Le volevamo così bene che ogni mattina la scortavamo da casa sua, a pochi passi dalla scuola, fino all’ingresso dell’istituto, spesso regalandole mazzolini di fiori appena colti”.
Ricordi che sono riaffiorati tra una portata e l’altra, ore passate a condividere un tempo che non esiste più, ma che è ancora così presente: protagonista immancabilmente la maestra, che pur impedita nel vedere, non ha sbagliato un colpo riconoscendo una dopo l’altra le voci della sua classe accompagnata per 5 anni.
“La dolcezza porta a qualsiasi risultato” – ha ribadito l’insegnante alle ‘sue’ ragazze prima di congedarsi. Una regola di vita riproposta a mezzo secolo di distanza, ma ancora attualissima e tutt’altro che scontata. Forse solo un arrivederci, di certo un tassello che si aggiunge in quell’angolo di cuore dove si rimane per sempre bambini.
Marco Zorzi