Non c’è nessun allarme ‘Listeria’ nel tacchino prodotto dal Forno d’Oro di Malo e le analisi della Ulss 7 di fatto confermano che l’azienda rispetta tutti i parametri di sicurezza e igiene degli alimenti che produce e commercializza.
Un terremoto, per fortuna di brevissima durata, si era abbattuto sull’azienda di cottura alimentare, dopo che un laboratorio di Torino aveva riscontrato in una partita del loro tacchino, la presenza di Listeria monocytogenes, un batterio presente nel suolo, sull’acqua e nella vegetazione, in grado di contaminare alcuni alimenti. Un germe non pericoloso per chi gode di ottima salute, ma che può causare batteriemia e meningite in persone deboli e addirittura aborto o infezioni al feto per le donne in gravidanza.
Ai primi di ottobre era scattato l’allarme. Da un riscontro effettuato in Piemonte, in un laboratorio privato, era infatti emerso che in un particolare lotto di arrosto di fesa di tacchino di produzione del Forno d’Oro, era presente il batterio patogeno Listeria monocytogenes. Immediato il ritiro dell’intera partita di prodotto, con l’azienda di Malo accusata di aver messo in commercio tacchino contaminato.
Una ulteriore analisi però, questa volta effettuata dalla Ulss 7 grazie ad un laboratorio di analisi che certifica legalmente le analisi, ha smentito l’accusa. Le analisi svolte dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie e dal Servizio veterinario di igiene degli alimenti dell’Ulss7 Pedemontana, non hanno riscontrato la presenza del batterio nel lotto coinvolto da due provvedimenti separati, pubblicati dal Ministero della salute il 6 e il 12 ottobre.
Il campione analizzato a Torino infatti, non era stato prelevato da un alimento integro che proveniva direttamente dagli stabilimenti del Forno d’Oro, ma era stato aperto e manipolato dal personale dell’azienda di distribuzione che lo utilizzava per la vendita. Un campione di tacchino già aperto e affettato insomma, quindi un prodotto già entrato in contatto con aria ed agenti esterni.
Nessuna responsabilità per la Forno d’Oro quindi, nonostante in un primo momento chi aveva mandato ad analizzare i campioni di tacchino, dichiarando che si trattasse di prodotto confezionato, aveva gettato discredito e colpa sull’azienda di Malo. A confermare l’elevato standard igienico sanitario degli alimenti prodotti nello stabilimento della Forno d’Oro, ci ha pensato il Dipartimento di Sicurezza ed Igiene Alimentare della Ulss 7, che ha confermato la corretta conduzione e controllo dei processi produttivi e l’adeguatezza del sistema di gestione aziendale della sicurezza alimentare.
Il laboratorio ufficiale, dopo aver analizzato 5 campioni di alimento integro, ha ufficialmente negato la presenza di Listeria monocytogenes dall’arrosto di fesa di tacchino del Forno d’Oro, confermando che il prodotto alimentare è da considerarsi sicuro per il consumo umano.
“I consumatori capiranno che il ritiro volontario preventivo dei nostri prodotti è stato un atto di doverosa responsabilità – hanno commentato i dirigenti dell’azienda di Malo – La sicurezza per Forno D’oro è una priorità assoluta, garantita continuamente grazie a costanti analisi e accurati controlli in ogni fase del processo produttivo e sul prodotto finito.”
Anna Bianchini