“L’emergenza che coinvolge i residenti e le attività produttive di Via Puccini è certamente fonte di preoccupazione per tutta la comunità di Marano Vicentino. L’attenzione deve essere prioritaria per arrivare a dare una sistemazione ai due nuclei famigliari che sono stati costretti ad abbandonare le loro case; per questo motivo ho voluto fin da subito allertare l’Ater di Vicenza, che ha dimostrato grande sensibilità ed immediata operatività per giungere ad una soluzione. Altrettanto importante è trovare una nuova collocazione alle due attività produttive, che si auspica possano continuare a lavorare nel nostro paese con i minori disagi possibili. Un’operazione in questo senso, infatti, permetterebbe anche di dare nuova vita ad alcuni fra gli immobili commerciali e direzionali da troppo tempo vuoti all’interno del nostro centro storico”.
L’onorevole leghista Erik Umberto Pretto segue la vicenda di via Puccini a Marano con molta attenzione e non vuole abbandonare chi sta patendo per il provvedimento di evacuazione, necessario dopo che i vigili del fuoco hanno sentenziato che ben sette immobili sono a rischio crollo per l’erosione dovuta al fatto che si sia costruito sul torrente.
“Risolta questa contingenza si dovrà però provvedere anche ad una definizione dell’annoso problema riguardante i diritti reali sugli edifici costruiti sopra l’alveo del Rio delle Pietre, e per questo sarà fondamentale che il Comune di Marano Vicentino, in quanto Ente amministrativo più prossimo alla problematica, coordini un concreto tavolo di confronto fra tutte le Istituzioni che possono a vario titolo essere coinvolte, come il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, l’Agenzia del Demanio, il Genio Civile di Vicenza, la Provincia di Vicenza e la Regione del Veneto. All’interno di questo contesto sinergico, è mia intenzione dare tutto il contributo personale e politico possibile per dirimere una questione spinosa che si protrae da troppo tempo e che rischia di rimanere una ferita aperta sul nostro territorio. Alla luce degli approfondimenti fatti finora, sono convinto che l’intervento più efficace per poter effettuare ogni verifica statica, e poter quindi consolidare in sicurezza le strutture pubbliche e private costruite sopra l’alveo del Rio delle Pietre, sia quello di inibirne il flusso d’acqua all’interno del centro storico, auspicabilmente deviandolo a nord fino ad immetterlo nel torrente Timonchio – conclude Pretto – . Ciò permetterebbe ai proprietari degli immobili coinvolti dall’ordinanza di sgombero edificati successivamente al rilascio di regolari concessioni edilizie, di poter presentare efficace istanza per la sdemanializzazione della soletta realizzata negli anni ‘50 a copertura del tratto fluviale, in modo da acquisirne finalmente il diritto di proprietà o perlomeno il diritto di superficie”.