Forse a Monte di Malo non ci sarà mai una sala slot ma non tutti sono convinti che questa sia la cosa più opportuna che possa accadere.

 

A spiegare la sua versione dei fatti è adesso il proprietario dello stabile all’interno del quale avrebbe dovuto essere aperta al pubblico la famigerata sala slot, nel complesso commerciale conosciuto come Melì Melò, in via Sile, la cui inaugurazione è stata bloccata, sembrerebbe definitivamente, dalla sentenza del tribunale del Veneto, che aveva a fine giugno rigettato il ricorso dei proprietari dello stabile e dell’affittuario del bar ‘Al Castello’.

 

Il sindaco Mosè Squarzon aveva infatti emesso nell’agosto 2016 un regolamento comunale che obbligava le sale slot del territorio comunale ad avere una distanza di almeno 2 chilometri da strutture socio sanitarie e sociali, tra le quali era stata identificata anche il centro medico ‘La Santè’ di via Sile.

 

Ed è proprio il direttore del centro medico Paolo Fiocchi, nonché proprietario dello stabile, a sfogare tutta l’amarezza che esterna come un fiume in piena, seduto accanto alla moglie. Non ci sta ad essere etichettato come il classico menefreghista, al quale non interessa la tragedia della ludopatia, e che pensa solo al guadagno personale.

 

Monte di Malo - Melì Melò esterno sala slot

‘Sono arrivato dalla Francia 25 anni fa e qui in questa zona non c’era niente – racconta Fiocchi – ed ho creduto in questo posto, ho investito molto, io e mia moglie ci siamo sempre dati da fare onestamente ed abbiamo fatto nascere dal nulla nel 1996 ‘La Santè’, una tipologia di centro medico che non esisteva in Italia e che adesso è un fiore all’occhiello di tutto il vicentino’.

 

Ad amareggiare Fiocchi è un fatto incontrovertibile, come racconta con dati alla mano, e cioè che quando è partito l’iter per l’avviamento della sala slot, il regolamento doveva ancora vedere la luce. ‘Il sindaco, dal nostro punto di vista – spiega Fiocchi – non è mai stato chiaro con noi. Noi abbiamo iniziato l’iter burocratico, ovviamente registrato in comune, per la ristrutturazione di quella che doveva essere la sala slot, ancora il 26 maggio 2016. Mai una volta il sindaco ci ha anche solo accennato al fatto che tutto questo sarebbe stato inutile, oppure che meditava di fare un regolamento. Non ci ha mai chiamato una sola volta. Perché non lo ha mai fatto? Perché non ci hai mai detto che aveva intenzione di bloccare tutto? Le date parlano da sole: 27 agosto 2016 è stato approvato il regolamento comunale, solo due giorni prima della data di fine dei lavori di ristrutturazione della sala slot, il 29 agosto. I lavori erano già completati, tutte le autorizzazioni in regola… che cosa potevamo fare?’.

mosè squarzon

Fiocchi vuole precisare anche il perché ha chiesto al Tar che gli venissero risarciti 70 mila euro di ‘mancato guadagno’. ‘Le spese sono tante – spiega Fiocchi – noi paghiamo oltre 11 mila euro di Imu all’anno, tutti soldi che vanno, giustamente, ad incrementare i bilanci comunali. I 70 mila euro che abbiamo chiesto in fase processuale non sono certo i mancati guadagni, ma le spese che abbiamo dovuto sostenere per la ristrutturazione dell’edificio ormai vuoto da 15 anni in cui avrebbe dovuto aprire la sala slot, e che adesso non aprirà più’.

 

‘Ci sentiamo delusi e presi in giro – conclude Fiocchi – anche da questo atteggiamento del primo cittadino che sembra quasi pavoneggiarsi, come se a noi non interessasse nulla del paese. Siamo venuti qua per investire in attività che portano lavoro e guadagno, non siamo dei criminali. Consideriamo tutto questo avvilente, perché a nessuno sembra interessi quello che abbiamo fatto per Monte di Malo in tutti questi anni. Al primo cittadino volevamo solo dire questo. Non credo procederemo ancora per vie legali con un ricorso troppo oneroso per noi. Ma vogliamo che sappia che ci sentiamo presi in giro, e considerati cittadini di serie B, mentre non abbiamo fatto altro che lavorare onestamente per questo paese dove abbiamo scelto di vivere, ma nel quale ci sentiamo spesso ancora ‘foresti’.

 

Marta Boriero

 

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