“Con 456.393 persone in Veneto che prendono psicofarmaci e 79.221 che assumono antipsicotici ci tocca perfino vedere che all’interno dei centri del servizio di neuropsichiatria infantile della nostra Ulss7, a Thiene e Schio, dove gli accessi aumentano ogni anno, si pubblicizzi un centro privato”.

Lasciano esterrefatti le parole di Carlo Cunegato, consigliere comunale scledense noto proprio per le sue lotte per la tutela della Sanità pubblica. Ma non stupiscono più di tanto perché le denunce di carenza di servizi e della ‘virata’ dal pubblico al privato, Cunegato la evidenzia da anni.

“Come figura strumentale dell’inclusione frequento la neuropsichiatria infantile, sia di Schio che di Thiene. C’è una cosa che mi ha colpito, mi ha amareggiato – ha sottolineato – Nella sala d’attesa delle neuropsichiatrie appare un grande quadro che pubblicizza un centro privato, che si occupa di disturbi del comportamento, di Dsa, di Adhd, proprio di ciò che dovrebbe occuparsi il pubblico. Dove siamo arrivati? Mi è sembrata quasi l’abiura dello Stato al principio dell’universalità della cura, mi è sembrato di assistere allo Stato, quindi a noi e alla nostra comunità, che issa bandiera bianca. Un po’ come se nella scuola pubblica pubblicizzassimo le scuole private: sapete com’è, abbiamo deciso di non investire più nella vostra istruzione, se potete, se avete i soldi, meglio che andate a pagamento, meglio che andate nel privato. Inquietante”.

Il consigliere riflette, ma raccoglie il consenso di genitori che denunciano in prima persona, con nome e cognome, di essersi rivolti ai centri privati per la diagnosi o la cura dei propri bambini e ragazzi.

“Per mio figlio lista in attesa di tre anni siamo ricorsi al privato, poi grazie al progetto ‘I bambini delle fate’ di Franco Antonello abbiamo avuto un aiuto concreto di un percorso con priorità e finanziamenti da privati”, ha spiegato una mamma, che ha voluto dare la sua testimonianza per far capire quanto la gente sia toccata nel quotidiano, oltre che nell’economia, da tragedie che toccano la sfera della salute.

Cunegato riflette, a voce alta, analizzando ad ampio raggio la questione: “Forse è l’aumento della povertà, forse la costruzione di una società nella quale entrambi i genitori lavorano a tempo pieno, senza il tempo per educare e seguire figli; forse la crisi della famiglia, forse lo sfilacciamento del tessuto comunitario che crea sempre più solitudine. In Veneto, probabilmente, negli ultimi trent’anni abbiamo confuso il ben-essere con il ben-avere, creando mal-essere”.

Il consigliere ha deciso di andare a fondo, interessato anche in qualità di insegnante d sostegno: “Ho scoperto che da quando il dottor Ciccarese è andato in pensione nel Dicembre 2019 noi non abbiamo più un direttore Iaf, che dirige la Neuropsichiatria infantile, il Consultorio, l’età evolutiva, che si occupa della questione degli affidi. Quest’estate c’era stato un concorso, ma il nuovo Direttore, preso servizio il 1 Settembre, dopo poco più di quindici giorni si è dimesso. Quindi, da quasi due anni, ci manca una guida. Inoltre, se a Bassano ci sono tre psicomotriciste, da noi ce n’è una sola. Questo significa che per un intervento di psicomotricità bisogna aspettare mesi. Liste d’attesa inaccettabili. Un servizio compromesso dall’assenza di personale. Di fatto, una privatizzazione mascherata, perché se hai risposte dopo mesi sei costretto ad andare nel privato. Dalla qualità dei servizi della nostra neuropsichiatria infantile dipende la qualità della nostra comunità. Non dobbiamo rassegnarci alla strisciante privatizzazione. Dobbiamo pretendere, lottare perché si investa prepotentemente nella sanità pubblica, perché si assuma il personale che serva, perché se stai male e hai difficoltà devi ottenere sempre delle risposte, anche se sei povero”.

Cunegato ricorda che per sabato 16 ottobre è prevista una imponente manifestazione a tutela della Sanità pubblica, promossa e organizzata, come 2 anni fa, dal Comitato di Tutela della Salute Pubblica Alto Vicentino. Oltre 3mila persone scesero in piazza allora, altrettante, forse di più ne sono attese questa volte, anche la Ulss7 ha negato l’uso del parcheggio dell’ospedale “per demotivare dal manifestare”.

“Il 16 ci saremo – è la promessa di un cittadino che conosce il problema della neuropsichiatria infantile – E quando ci troveremo ti racconto il mio passato in neuropsichiatria infantile nei primi anni 2000. Sono stato l’ultimo dei bambini fortunati ad avere accesso a tutti i servizi 3 volte la settimana e un educatore pagato dalla regione per 15 ore alla settimana. Tutto pubblico era qui a Thiene con l’instancabile dottoressa Chilò. Mi rendo conto è un po’ mi vergogno perché sono stato fortunato per l’uomo che sono diventato oggi. Dobbiamo lottare per i bambini di oggi. Sono loro il nostro futuro”.

di Redazione Altovicentinonline

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