Mentre il progetto della Valdastico Nord vola a Roma, con tanto di variante al casello di Cogollo appoggiato dai tecnici della Regione, lo zoccolo duro del ‘no’ non smette di lavorare affinché l’opera non venga mai fatta. Un’infrastruttura che si calerebbe, col primo lotto tutto vicentino tra Piovene Rocchette e Pedemonte, chiedendo in cambio un contributo in termini di territorio esagerato, ‘a favore dei soliti’.
Così la pensa chi da anni si batte contro il progetto della  Valdastico, con  Luca Canale in testa che, in rappresentanza del gruppo Salviamo la Valdastico,  non le manda a dire ad un suo compaesano, il consigliere regionale Maurizio Colman, spassionatamente a favore.
‘Una guerra in casa’, col tracciato del prolungamento dell’A31 a fare da ‘linea di fronte’, con Canale che non ci sta a sentire liquidare come “accanimento ideologico” le posizioni di chi questa strada non la vuole.

 

E’ veramente tardi per dire no alla Valdastico nord?
“In un’intervista sul vostro giornale Altovicentinonline del 15 ottobre, il consigliere regionale Colman insiste per dire che “è tardi per dire no all’autostrada Valdastico nord”. Tuttavia il consigliere sembra ignorare sia il progetto sia il suo iter a partire dal fatto che, secondo il protocollo d’intesa firmato tra Trento e Venezia, a Trento ‘non arriverà un’autostrada’ bensì una ‘strada ordinaria’.

Ci spiega meglio ?
“Proviamo a fornire gli elementi per una discussione motivata sull’argomento. La Valdastico nord non è un progetto per unire con un’autostrada due province ma il tentativo di prorogare illegalmente una concessione autostradale che dura dal 1956 (62 anni), Inoltre la concessione autostradale è scaduta il 30 giugno 2013 come provato dal contratto firmato nel 2007 e dalla delibera CIPE dell’aprile 2013 – continua -Nonostante la concessione sia scaduta, ad oggi lo Stato sembra non accorgersene. Tre ministri (Lupi, Del Rio e ora, forse, Toninelli) si sono arrampicati sugli specchi per mantenere in piedi una concessione scaduta. Ponendola a gara o gestendo l’autostrada in proprio lo Stato avrebbe grande guadagno. Con la proroga invece produce una perdita miliardaria a tutto favore di concessionari privati i cui principali azionisti sono Abertis-Benetton.

“Altro che viabilità, qua si punta a favorire il concessionario”
“L’attuale progetto, ripetiamo, non ha lo scopo di creare un collegamento stradale tra il Veneto e il Trentino, ma ha lo scopo di prorogare la concessione – spiega ancora –  Questo lo si desume dai documenti stessi di progetto, ma forse al consigliere Colman questo è sfuggito, laddove si dice che i lavori di costruzione del primo lotto finiranno nel 3° trimestre 2029 ovvero 3 anni dopo che la concessione prorogata sarà scaduta, il 30 dicembre 2026.Con l’approvazione dell’attuale progetto si sta di fatto dando un’ulteriore proroga non dichiarata al concessionario”.

“Ecco perché perdono in credibilità e fattibilità”
“Proviamo a spiegare perché.  Il progetto attualmente in discussione vuole collegare due paesi veneti come Piovene Rocchette e e Pedemonte distanti 17 km e per farlo intende costruire ben 26 km di gallerie. Sapendo che da Pedemonte in poi non sarà un’autostrada, ma un ‘raccordo tra viabilità ordinarie’, ha senso tutto questo?  – e ancora  – Costruire un’autostrada anziché una strada ha costi ambientali enormi. Lo sa il consigliere Colman che è previsto lo scavo di 7 milioni di mc? Sa che per realizzare la Superstrada Pedemontana Veneta è previsto lo scavo di 8 milioni di mc per un tracciato lungo 95 km. Ha senso scavare quasi altrettanto per collegare due paesi distanti 17 km? Sa cosa vuol dire un milione di camion che si muovono lungo le strade di Piovene R, Cogollo, Velo d’A., Arsiero e Valdastico?

17 km a peso d’oro
“Il tratto Piovene Rocchette-Pedemonte batterà il record del costo delle autostrade: 70 milioni di € a km, contro i 21,7 mln€/km della Valdastico sud e i 23,9 mln€/km della SPV. Questi soldi (1,3 miliardi di €) dovranno essere restituiti dallo Stato al concessionario e quindi comporterà un importante spesa che potrebbe essere meglio impiegata a scopi pubblici  – continua –  26,5 km di gallerie corrispondono a oltre due volte la lunghezza del Tunnel del Monte Bianco. Ha senso il costo spropositato di gestione per unire due paesini della valle? Terminato il primo stralcio, nel 2029, saremo arrivati a Casotto di Pedemonte e dopo? Dopo dovrebbe partire il tratto, non autostradale, verso Trento. E se non partisse?”.

“Meglio dire la verità agli abitanti dell’Alto Vicentino”, un allarme che che quelli del ‘no Valdastico nord’ non smette di lanciare “questa autostrada non arriverà a Trento, serve solo per prorogare una concessione e i costi economici e ambientali li pagheremo cari”.

P.V.

 

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