Riprenderà gradualmente dopo il 3 maggio la regolare attività dell’ospedale di Santorso, che dopo la conversione in ospedale covid è stata strutturata prevalentemente per fronteggiare l’emergenza pandemia.

Dal governatore Luca Zaia era arrivata fin da subito la conferma che le attività sarebbero tornate normali il prima possibile e a dare indicazione dei tempi ora tocca al commissario della Ulss 7 Pedemontana Bortolo Simoni, che nei giorni scorsi aveva già annunciato la graduale riapertura della struttura di Asiago e oggi ha confermato un progetto di ‘ritorno alla normalità’, pur con le dovute precauzioni ed innovazioni da un punto di vista di sicurezza e frequentazione degli ospedali.

“Siamo in attesa di linee guida regionali, che saranno fornite a breve – ha spiegato il commissario nel consueto incontro con la stampa – Il piano di riapertura è in fase di studio. Naturalmente, Bassano non avrà particolari rallentamenti essendo un ospedale no covid,

Asiago sta ripartendo mentre per Santorso i tempi saranno un pochino più lunghi. C’è pressione per la ripresa, ci si sta lavorando. La riapertura dei reparti di Santorso dipenderà anche dai numeri dell’epidemia, essendo centro covid. Per cominciare, le liste dei pazienti che erano stati messi in attesa sono in fase di riorganizzazione e gli utenti saranno chiamati per le loro prenotazioni”.

Ma tutto tornerà alla normalità, anche se andare in ospedale non sarà più come una volta. “E’ in fase di predisposizione un piano di rientro in sede per Oncologia – ha continuato Simoni – Poi ripartiranno altre attività chirurgiche. Saranno mantenute comunque le regole di distanziamento sociale e utilizzo prolungato dei dispositivi di protezione individuale (guanti e mascherine). C’è tanta voglia di ripartire e c’è l’intenzione di farlo”.

Centri diurni

“La riapertura dei centri diurni che ospitano disabili è prevista per il 4 maggio, prima deve essere completato lo screening su operatori e ospiti”.

Il piano è nelle intenzioni dell’assessore a Sanità e Sociale Manuela Lanzarin che, come ha spiegato il commissario della Ulss 7 Bortolo Simoni, sta predisponendo la riapertura dei servizi che le famiglie aspettano con ansia da settimane. Comprensibile il disagio, poiché se già è difficile far comprendere il concetto di quarantena obbligatoria a dei ragazzini o a persone che godono di buona salute, più complicato è fare lo stesso con persone affette da disabilità.

“L’assessore Lanzarin ci sta lavorando e i risultati dello screening arriveranno a breve – ha sottolineato Simoni – L’intenzione e la voglia di ripartire al più presto ci sono”.

Riapertura aziende e screening

Non è previsto dalla sanità pubblica uno screening ad ampio raggio sul personale delle aziende che riprendono a lavorare. “I titolari possono eventualmente farsi carico di sottoporre i loro dipendenti ad analisi mediante test – ha concluso il commissario Bortolo Simoni – In questo caso sarà il medico aziendale a farsi carico della procedura. Nel caso ci fossero casi positivi, cioè vengano rilevate persone positive al coronavirus, in quel caso il paziente sarà curato in modo normale, a carico della Sanità pubblica”.

A.B.

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