“Il sorriso di un veneto, lo stesso che in 33 giorni ha dato nuova fiducia al mondo, da domenica prossima sarà quello di un Beato. A nome di tutti i veneti esprimo gratitudine a Papa Francesco per questo avvenimento che offre al mondo come modello un uomo di chiesa che con la sua semplicità ha raggiunto il pontificato, mantenendo sempre la genuinità nella fede e nei rapporti col prossimo, la determinazione nell’impegno, la concretezza nel lavoro e, soprattutto, l’umiltà; caratteristiche delle nostre genti dolomitiche e dei veneti tutti”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ricorda Giovanni Paolo I, che domenica 4 settembre sarà proclamato Beato da Papa Bergoglio con una cerimonia solenne in Piazza San Pietro, alla quale presenzierà anche lo stesso Zaia. “La mobilitazione annunciata nella nostra regione è grande per questa occasione e non potrebbe essere altrimenti. Papa Luciani è nato e cresciuto nell’Agordino, ha insegnato a Belluno, è stato vescovo di Vittorio Veneto e, poi, Patriarca di Venezia. La sua carriera pastorale ha attraversato il Veneto e lo rappresenta; la sua beatificazione è una festa che sentiamo nostra”.
“È un figlio di questa terra, uno che, come tanti della nostra gente, ha conosciuto la durezza del lavoro nella famiglia contadina, gli anni della fame e della miseria, l’emigrazione dei familiari, la fatica per conquistarsi il diritto allo studio, ma senza perdere mai speranza e ottimismo. Anche per questo lo sentiamo nostro”, prosegue Zaia. Che conclude: “Papa Luciani, in appena un mese sulla cattedra di San Pietro, con il suo sorriso e la sua schiettezza sottolineata dal nostro accento veneto ha inaugurato un nuovo rapporto con i fedeli, domenica andrà ad aggiungersi ai numerosi Santi e Beati che la nostra terra ha dato al mondo cristiano. Un riconoscimento che conferma, ancora una volta, il ruolo di cui la comunità veneta è stata protagonista nella Chiesa del Novecento. Un secolo in cui sono stati ben tre i Patriarchi di Venezia chiamati al Pontificato; tutti di umili origini, tutti saliti alla gloria degli altari”.
Chi era Papa Luciani
Nato nel 1912 a Canale d’Agordo (Belluno), Albino Luciani sentì presto “la chiamata” di Dio per diventare sacerdote. Nel 1935 fu ordinato prima diacono e poi presbitero, divenendo cappellano nella parrocchia del suo paese natale. Qui rimase per due anni prima di essere trasferito ad Agordo. Dotato di una fede incrollabile, padre Albino Luciani era amato da tutti per i suoi modi gentili e per il sorriso che non lo abbandonava mai.
Il nipote del boss sostiene che il papa con il sorriso è stato ucciso in un attentato ordito dal cardinale Paul Marcinkus, suo cugino. A quanto pare il pontefice avrebbe scoperto una frode all’interno del Vaticano e voleva consegnare i colpevoli alla giustizia. Tra questi c’era anche Marcinkus, il quale avrebbe commissionato l’omicidio proprio a Raimondi. Questo racconta anche le modalità con le quali avrebbe ucciso il papa: gli mise del valium nel tè per farlo addormentare, quindi gli versò delle gocce di cianuro in bocca.