L’alpino Giovanni Crestanello, ‘Ninin’, è andato avanti. Aveva 95 anni, viveva in Sudafrica ma nutriva un forte legame con Piovene Rocchette tanto da esprimere il desiderio di esservi sepolto.

Compie così il suo ultimo viaggio l’alpino Ninin. Dipartito lo scorso 25 gennaio, a fine aprile le sue ceneri sono arrivate a Piovene Rocchette dove, qualche giorno dopo, sono state tumulate nel cimitero di Piovene Rocchette. “Ora riposa accanto alla moglie Olga e alle figlie Carla e Ivana-racconta il capogruppo Giovanni Pattanaro-A nome di tutto il gruppo alpini di Piovene Rocchette ci stringiamo con affetto alla sua famiglia”. La sua una vita da migrante. Nel ‘57, valigia in una mano e nell’altra stringendo quella della moglie Olga parte per il Sudafrica. In cerca di un’occasione, di un futuro. Si crea una famiglia e porta avanti quei valori che fanno dell’alpino l’esempio di senso del dovere, amicizia e solidarietà. Tanto da essere co-fondatore della Sezione Ana in Sudafrica e commemorando i 259 italiani morti nel campo di prigionia inglese poco distante da Pretoria.

L’ultimo saluto. Sotto ad un cielo plumbeo, mentre il coro Ana piovenese intonava ‘Il Signore delle Cime’, le sue ceneri sono state portate sino alla tomba di famiglia. Ad attenderle, per l’ultimo omaggio, il picchetto alpino delle Penne Nere di Piovene Rocchette. Torna così definitivamente nella ‘sua’ Piovene Rocchette: una terra che amava anche se viveva lontano a migliaia di chilometri e per la quale affrontava il viaggio in aereo. Come lo scorso novembre, nella sua ultima visita, dove venne accolto con gioia dagli alpini. Gli stessi che ora lo hanno salutato per l’ultima volta. Consci che con l’alpino Ninin se è andato un pezzo di storia.

di Redazione AltovicentinOnline

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