Pasti meno cari negli ospedali del Veneto, ma a caro prezzo. La manifestazione sindacale organizzata a Venezia dalle 3 organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil che, in concomitanza con lo sciopero indetto a livello nazionale, hanno manifestato contro la chiusura degli appalti territoriali per la gestione delle cucine degli ospedali locali, ha puntato il faro sulla potenziale disoccupazione femminile e la ripercussione negativa sui bilanci delle famiglie, causata dal mega appalto regionale che sostituirà i piccoli appalti a ditte locali impegnati a fornire cibo ali ospedali.
“Una scelta politica che andrà a gravare soprattutto sulla popolazione femminile presente maggiormente in tale contesto lavorativo – ha spiegato Patrizia Bartelle, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – e che colpirà una forza lavoro che, come anche rilevato da studi nazionali, costituisce quel ‘cuscinetto ammortizzatore sociale’ che permette a tante famiglie di sopravvivere in questo momento di crisi economica in cui sono maggiormente penalizzate”.
Altra criticità rilevata è il trasporto e la consegna dei pasti negli ospedali poiché le sedi principali di lavorazione sono anche collocate a centinaia di chilometri di distanza dai vari punti di consegna. “Ipotizziamo un guasto del mezzo di trasporto oppure un’interruzione della catena del freddo – ha continuato Patrizia Bartelle – cosa può succedere? Come sarà garantita la consegna dei pasti? Se si interrompe il processo di raffreddamento si pregiudica la conservazione e la qualità degli stessi? Per non parlare dei mezzi che verranno utilizzati per le consegne che produrranno sempre più inquinamento atmosferico. Ultimo, ma non meno importante, è il dubbio ventilato sul confezionamento in contenitori plastici sigillati con pellicole che nella loro formulazione possono contenere Pfass. Chiediamo quindi alla regione la ratio e la sostenibilità di tutta questa operazione – ha concluso la rappresentante pentastellata – dal punto di vista economico, riferita agli effetti collaterali che la stessa provoca certamente nel tessuto sociale e quindi di valutare con la massima attenzione la sua fattibilità”.