E’ una lezione di stile quella che arriva dal sindaco Franco Balzi di Santorso, che dopo aver conosciuto di persona il responsabile delle accuse infamanti diffuse via whatsapp contro la sua giunta, ora invoca di  “non diffondere il nome della persona”.

La tutela della persona prima di tutto, è il pensiero del primo cittadino uscente, che per tutta la durata della sua amministrazione non si è mai lasciato andare a cadute di tono o a un linguaggio offensivo.

Lo vuole fare anche ora, dopo essere stato accusato di infamia e mala gestione insieme ai suoi uomini e non intendere perdere la calma e trascendere, perché secondo lui “la persona viene prima e non trovo giusto che il responsabile del gesto si porti poi dietro tutta la vita la ‘targhetta’ di diffamatore. Chiedo anzi pubblicamente che, chi conosce il suo nome, non lo diffonda”.

A pochi giorni dalla fine della campagna elettorale più violenta e scorretta che l’Alto Vicentino ricordi, Balzi auspica un ritorno alla sana competizione, quella che prevede la messa in campo di strategie e competenze, di programmi e rispetto per i cittadini.

“Non dobbiamo cedere all’aggressività e alla maldicenza – ha sottolineato il primo cittadino – Come persona e come sindaco voglio tirarmi fuori dal circolo vizioso di odio e negatività, la persona vale più di tutto e va difesa sempre. Credo sia importante provare ad utilizzare parole di conciliazione, anche  verso chi ha commesso questo grave errore. Non ho alcuna intenzione di rivelare il nominativo della persona, non avendo alcun sentimento di rancore o vendetta, e ben sapendo quanto un’indicazione del genere potrebbe nuocergli a livello di opinione pubblica, nè sono interessato a capire le vere ragioni che lo hanno spinto ad assumersi le responsabilità: è una questione che riguarda solo la sua coscienza”. 

Ma se da un lato Balzi ‘scarica’ la persona e gli antagonisti politici della responsabilità del messaggio, dall’altra invita a considerare che sono stati proprio i toni della presentazione dei suoi antagonisti ad ‘accendere la miccia e alcuni degli atteggiamenti ulteriormente offensivi che sono seguiti. “E’ vero che bisogna stemperare i toni, però servono anche alcune puntualizzazioni, perché le persone devono avere una visione obiettiva della faccenda – ha continuato Balzi – Sostenere che ‘recitiamo la parte degli offesi’ e che dobbiamo ‘smetterla di strumentalizzare questo episodio per coprire le nostre mancanze’ significa non avere compreso alcuni aspetti  importanti. Prima di tutto che un sindaco ha il dovere istituzionale di difendere l’operato dell’amministrazione quando questa viene ingiustamente diffamata, e che questo nulla ha a che fare  con la competizione elettorale. Va però evidenziato che la stessa persona ha dichiarato che la sua rabbia nei nostri confronti è maturata proprio a seguito di quanto ascoltato nel corso del primo incontro pubblico dei nostri concorrenti, che molte delle persone presenti hanno giudicato “dai toni molto forti”, ben diverso dal secondo, successivo alla denuncia, dove la conduzione è stata molto più corretta. Questo ci deve portare tutti a riflettere sulla responsabilità indiretta che ci si assume, allorché si entra nell’ambito del confronto politico: bisogna  essere consapevoli che certe affermazioni possono diventare un innesco per reazioni magari non volute di terzi, come puntualmente successo in questo caso. Questo vale a tutti i livelli della politica sia nazionale che locale: ogni giorno ne abbiamo  purtroppo degli esempi eloquenti”. Balzi si riferisce anche ad alcune inesattezze che sono state divulgate intenzionalmente, ma che non trovano riscontro nei ‘carteggi’ presenti in municipio né nei fatti e invita gli interessati ad andare ad informarsi nelle sedi opportune.

Facci replica

Secondo Gabriele Facci, candidato sindaco in gara, “se Balzi e la sua giunta avessero dato risposte soddisfacenti non si sarebbe scatenato nulla. Nell’incontro pubblico non ho mai alzato i toni – ha sottolineato – né ho fatto attacchi. Per quanto riguarda il divulgare o meno il nome del responsabile preferisco non commentare, perché è una cosa di cui sono  totalmente estraneo”.

“Per me ora il capitolo è chiuso – ha concluso Balzi – La faccenda è in mano alla giustizia e sarà la giunta a decidere se ritirare la denuncia oppure no, visto che l’accusa ha riguardato l’intera giunta e non solo il sindaco”.

A.B.

Nota del direttore

 

Quella del 2019 nell’Altovicentino è la campagna elettorale più squallida che si sia mai vissuta. Quello che è accaduto a Balzi non è niente rispetto a quello che abbiamo preferito non raccontarvi e che riguarda altri Comuni. Comuni importanti dove alle idee si è preferito l’insulto. Dove chi non sapeva argomentare perchè chiaramente privo di esperienza ha scelto la via del vittimismo quando è stato attaccato. Pur di non ammettere la propria incompetenza si è scagliato contro un nemico inesistente.

Cari candidati, se osate candidarvi alla guida di comuni importanti quando nel vostro passato non c’è nemmeno l’ombra di un’interrogazione, di un’esperienza come consiglieri d’opposizione e decidete di andare allo sbaraglio, dove chi ne sa poco poco più di voi riesce ad emergere, non vi alterate. Non vi agitate. Prendete coscienza. Prendetevela semplicemente con l’ingenuità con cui avete tentato una impresa impossibile. Perchè la competenza non s’improvvisa e alla prima occasione viene a galla. Pensateci più di una volta e prima di ordire complotti o denunciarli pur di non vedere quello che siete, fatevi un esame su voi stessi e dite pure: non ne ero capace. Non c’è niente di male e non significa che siete dei perdenti, anzi.

Ripeto, la competenza non s’improvvisa. Oggi più che mai , perchè soldi non ce ne sono e se non siete capaci, solo la lampada di Aladino può sostenervi. Imparate ad essere umili e fate quello che sapete fare, non quello che non sapete fare e che qualcuno vi ha convinto che potete fare.

Natalia Bandiera

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