Nel mese di febbraio il Centro di Salute Mentale di Schio tornerà a essere attivo 5 mattine la settimana, dal lunedì al venerdì, dunque con un significativo rilancio e potenziamento dell’attività di presa in carico dei pazienti.

Questo importante risultato è stato possibile grazie al rafforzamento dello staff con l’inserimento di due ulteriori psichiatri, una specialista e una specializzanda del 4° anno che completerà la specializzazione nel giro di pochi mesi.

«Grazie anche all’impegno della Direzione è stato possibile rafforzare lo staff – spiega il dott. Tommaso Maniscalco, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ULSS 7 Pedemontana – e questo oggi ci consente di tornare ad un’apertura per 5 giorni la settimana, anziché per 3 giorni come è avvenuto negli ultimi due anni. Voglio sottolineare che in questo arco di tempo abbiamo comunque garantito a tutti i pazienti la presa in carico, pur dovendo indirizzarne alcuni al Centro di Salute Mentale di Thiene. L’orario ampliato ci consentirà quindi di garantire l’assistenza più vicino a casa praticamente a tutti i pazienti residenti nel territorio scledense e per il futuro puntiamo ad un ulteriore ampliamento di orario attraverso l’innesto di ulteriori figure. Questo grazie anche all’accordo sottoscritto lo scorso anno con l’Università degli Studi di Padova, che ci ha visti entrare nella rete formativa della facoltà di Psichiatria: questo ci permette di allacciare rapporti con giovani specializzandi, ospitandoli all’interno delle nostre strutture e facendo conoscere loro i servizi del nostro territorio, un impegno che nel medio e lungo termine ci consentirà di essere più attrattivi nei confronti dei giovani specialisti, oltre che poter contare su giovani specializzandi prossimi alla conseguimento del titolo e che rappresentano già una risorsa importante per l’attività delle nostre strutture».

Si conferma così l’impegno portato avanti dalla Direzione dell’ULSS 7 Pedemontana a potenziare il Centro di Salute Mentale di Schio e in generale a rafforzare l’organico del Dipartimento di Salute Mentale: «In questi mesi c’è stato chi ha voluto speculare politicamente sull’apertura ridotta del Centro di Salute Mentale di Schio, ma la verità è che oggi è molto più facile fare polemica piuttosto che trovare medici – commenta il Direttore Generale Carlo Bramezza -. In questo periodo però non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo, ben consapevoli anche del momento di grande delicatezza per le problematiche legate alla salute mentale: abbiamo portato avanti un lavoro importante, in silenzio, fino al raggiungimento dell’obiettivo. Si conferma così la nostra attenzione ai servizi territoriali e in generale a garantire ai nostri pazienti la migliore presa in carico, dove possibile vicino a casa. Voglio sottolineare che questo è solo un primo passo, continueremo la ricerca di ulteriori specialisti e non appena sarà possibile estenderemo ulteriormente l’orario di attività anche al pomeriggio. Nel frattempo abbiamo deliberato anche un investimento di circa 30 mila euro per il rifacimento completo dell’impianto di condizionamento e riscaldamento della struttura che ospita il CSM di Schio, con l’obiettivo di garantire agli utenti ed anche al personale un ambiente più confortevole».

Un potenziamento del servizio che trova il pieno consento anche dell’Amministrazione Comunale: «Con piacere prendo atto di questa riapertura su cui abbiamo sempre tenuto alta l’attenzione assieme all’Ulss – commenta il sindaco Valter Orsi -. Sappiamo dei problemi che erano nati legati alla impossibilità di assumere medici, ma siamo sempre stati rinfrancati da parte della dirigenza sulla volontà di trovare una soluzione appena possibile appena possibile. Devo dire che anche in questo caso l’impegno è stato mantenuto. Spiace comunque che in questo periodo ci possano essere stati cali di livello nell’erogazione del servizio rispetto a quanto si era abituati e auspico che si sia intrapresa una linea di solidità rivolta a questa tipologia di pazienti». 

«La riapertura del Centro di Salute Mentale a Schio 5 giorni su 7 rappresenta un importante risposta alle necessità dei cittadini con disagio psichico perché è il primo centro di riferimento per loro e per le loro famiglie – aggiunge il vicesindaco e assessore al sociale Cristina Marigo . Conosco il lavoro che il direttore del dipartimento di salute mentale dell’Ulss ha fatto per riuscire a ad ottenere questo importante traguardo e ringrazio l’Ulss per aver mantenuto l’impegno che aveva assunto in questo senso».

Complessivamente attualmente il Centro di Salute Mentale di Schio serve un bacino d’utenza di circa 54.000 abitanti.

L’utenza afferente viene sempre presa in carico con il coinvolgimento di un’equipe multidisciplinare composta da psichiatri, psicologi, assistente sociale, infermieri ed educatori professionali.

La struttura di Schio è uno dei 4 CSM aziendali (gli altri sono collocati ad Asiago. Bassano e Thiene), mentre il numero complessivo di pazienti seguiti dal Dipartimento di Salute Mentale dell’ULSS 7 Pedemontana è pari a oltre 5.400.

«Circa 200 sono pazienti seguiti in strutture residenziali, ulteriori 500 in maniera assertiva a domicilio o tramite servizi semiresidenziali, ma la maggior parte viene assistita in regime ambulatoriale ed è qui che entrano in gioco i Centro di Salute Mentale, dove viene svolta un’ampia varietà di servizi – spiega ancora il dott. Maniscalco -: dall’accoglienza diretta di tipo infermieristico e l’assistenza medica d’urgenza, alle visite mediche di controllo, oltre alle sedute di psicoterapia individuali e di gruppo, gli incontri di psicoeducazione per i familiari e le attività di tipo somatico e l’attività farmacologica. Il tutto all’interno di un percorso che è sempre definito e monitorato mediante i progetti personalizzati di cura e riabilitazione: in poche parole nei Centri di Salute Mentale c’è la regia della presa in carico dei pazienti».

«Per i pazienti più gravi, in fase acuta – aggiunge il dott. Maniscalco – la nostra Azienda dispone anche di 2 reparti da 16 posti letto ciascuno, negli ospedali di Santorso e di Bassano, che vengono utilizzati soprattutto per rispondere alle urgenze, come dimostra la durata media relativamente breve delle degenze, pari a 14 giorni, a fronte però di circa 700 ricoveri complessivi. In realtà, però, la stragrande maggioranza dei nostri pazienti è seguita ambulatorialmente, vive nella famiglia d’origine o costituita, lavora, magari con gradi diversi di autonomia, ed ha soddisfacenti relazioni affettive. Ciò a dimostrare come la patologia mentale non sia necessariamente una condizione ineluttabile e di inguaribilità, come magari spesso viene percepita nel sentore comune, ma si tratta di situazioni che possono riguardare chiunque in particolari momenti della propria vita e che si possono affrontare con successo con il supporto di specialisti».

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