Lavori in corso, deviazioni, sensi unici e strade chiuse. E sempre più persone che dai social inveiscono contro le amministrazioni comunali e le imprese edili e a gran voce invocano “Fate i lavori di notte”.
“Non sempre si può”, spiega Luigi Schiavo, presidente della sezione edili e impianti di Confindustria Vicenza, poiché tra il dire e il fare ci sono di mezzo regolamenti comunali, sicurezza e tutela dei lavoratori.
“Intanto, mi preme sottolineare una cosa che a qualcuno sembra sfuggire: l’uomo è una creatura che per sua natura vive di giorno e dorme di notte – continua l’imprenditore – Si lavora di giorno perché è naturale, perché le 8 ore, negli impieghi normali, si pianificano quando è chiaro. E’ diverso quando si parla di lavori a ciclo continuo, quando i macchinari non si possono spegnere e i lavoratori devono dividersi in turni che includono le ore notturne, ma non è il caso dei lavori stradali”.
Ma non è tutto qui, perché oltre alla natura dell’uomo, a far sì che i lavori di asfaltature comunali vengano fatti di giorno concorrono molteplici fattori.
“Ci sono tanti motivi che inducono le amministrazioni ad appaltare i lavori ad aziende che li eseguono di giorno – continua Schiavo – Lavorando nelle strade si produce molto rumore e farlo di notte, magari nelle zone centrali o abitate, sarebbe impensabile, ci sarebbe disturbo alla quiete pubblica e andrebbe anche contro il regolamento comunale ed il piano acustico urbano. Ancora più importante, è la tutela della sicurezza sia dei lavoratori che dei cittadini. Nei comuni infatti, la notte non c’è illuminazione, pertanto i lavoratori si troverebbero costretti a muoversi e operare con luce ridotta ed i cittadini rischierebbero di causare o subire un incidente a causa dei lavori in atto. In autostrada, ad esempio, è diverso, perché lì ci sono sufficienti illuminazione e segnalazione. E poi ci sono gli accordi con le aziende, che devono lavorare in modo adeguato a garantire uno stipendio ai loro lavoratori e gli accordi sindacali”.
Anche la scelta del periodo estivo, preferito rispetto a quello invernale, non è casuale. “Il lavoro nel periodo feriale è preferito perché c’è meno traffico, sia per quanto riguarda le scuole che per il turnover delle aziende, che scaglionano le ferie – spiega Schiavo – Di conseguenza si crea meno disagio. Sono consapevole che, ogni volta che ci sono lavori in corso sulle strade, si solleva un’ondata di malessere. Ma penso che la ragione non sia il disagio creato dalle aziende che sistemano le strade, credo piuttosto si tratti di disagi delle persone. Oggi siamo abituati troppo bene e non tolleriamo niente che vada a crearci un minimo disturbo. Ci sono posti dove le strade sono a pezzi. Se in quei comuni ci fossero aziende pronte a sistemare, sarebbero tutti felici di vederli lavorare e nessuno si metterebbe a criticare. Da noi, nell’Alto Vicentino, – conclude l’imprenditore – tutti cercano l’appiglio per diffondere malcontento e criticare, invece di gioire perché i Comuni ce la mettono tutta per far funzionare le cose. Siamo abituati troppo bene e siamo diventati troppo delicati, chi critica sono quelle persone alle quali, a priori, comunque non andrebbe bene nulla. Dobbiamo recuperare la gioia di vivere, la capacità di apprezzare quello che abbiamo e il rispetto per il lavoro”.
Anna Bianchini