“La Dad non è scuola, vogliamo tornare in classe”.

Lezione all’esterno, davanti al Faber Fox, per i ragazzi del coordinamento studentesco Alto Vicentino, che dalle 8 di martedì 1 dicembre si sono organizzati con tavoli, prese della corrente e i propri computer per seguire tutti insieme le lezioni online davanti al Faber Box di Schio.

“Siamo qui per ribadire, ancora una volta che noi vogliamo tornare a scuola, perché la didattica a distanza non è la soluzione – hanno detto all’unanimità – Lo scorso semestre la DAD si è rivelata come uno strumento per affrontare una situazione emergenziale, ma ora e in futuro l’istruzione deve essere basata sui concetti di cura collettiva, rispetto ed equità. In un paese democratico, la DAD si sta rivelando come uno strumento antidemocratico e anticostituzionale perché non rispetta l’art. 34 della costituzione ‘la scuola è aperta a tutti’. A non poter benificiare del diritto all’istruzione sono famiglie, in condizioni socio-economiche svantaggiate, che non hanno la possibilità di garantire un dispositivo per ogni componente”.

I ragazzi spiegano che il 23% delle famiglie italiane non ha accesso a internet (dati istat 2019), un quarto degli studenti non ha la possibilità di partecipare alla DAD con strumenti idonei, coloro che vivono in zone periferiche marginali dove la rete internet è scarsa e assente, senza dimenticare le difficoltà degli alunni e alunne disabili e di quelli con bisogni educativi disabili, per i quali le famiglie non hanno sempre potuto provvedere agli stessi servizi offerti dalla scuola.

“Inoltre l’isolamento e il lockdown ha generato in noi giovani problemi di salute fisica ma soprattutto quella mentale. I soggetti più a rischio sono coloro che vivono in ambienti difficili, o che non hanno sostegno sociale – hanno continuato i ragazzi – Il governo ha chiuso la scuola perché considerata vincolo del contagio, ma sappiamo perfettamente che la mala gestione del trasporto pubblico non è da meno. Anzi, a settembre, quando le scuole si sono attrezzate alla riapertura, i mezzi di trasporto pubblico garantivano una capacità di capienza del 80%. Se da una parte gli studenti e le studentesse di Schio mantenevano le distanze fisiche in classe, dall’altra erano schiacciati come sardine nei mezzi pubblici. Il ritorno a scuola deve ripartire dal miglioramento dei trasporti pubblici. Ritornare a scuola in sicurezza si può. Non siamo disposti a rinunciare alla vera essenza della scuola, alla socialità e alla formazione del nostro futuro consapevoli che le soluzioni esistono, ma vengono ignorate. La scuola si-CURA, non si chiude”.

I giovani dell coordinamento hanno annunciato che nelle prossime settimane replicheranno l’evento chiedendo anche la partecipazione dei docenti per tenere lezioni in presenza. Nel frattempo, per venerdì 4 dicembre, è organizzata un’assemblea telematica pubblica formata da studenti e docenti.

di Redazione Altovicentinonline

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia