Marco Peruffo è il nuovo direttore de La Casa, istituto di riposo per anziani che ospita circa 300 degenti e conta oltre 400 dipendenti ed è a Schio una delle aziende più importanti.

Dopo 3 anni e mezzo, durante i quali non era stato possibile identificare una figura adatta a ricoprire il ruolo, finalmente Peruffo, con il suo curriculum e l’esperienza, è riuscito a dare risposta ai tanti e restringenti requisiti del bando relativo alla struttura di fascia A1.

50 anni, laurea in Giurisprudenza, dirigente amministrativo nella Ulss vicentina, Peruffo assume la carica che finora era stata ricoperta come facente funzioni da Matteo Maroni, dipendente del Comune di Schio.

Con la nomina di Peruffo e tutti gli ingranaggi incasellati, ora il presidente Giuseppe Sola può concentrarsi e guardare al futuro e la sua prima preoccupazione è che “gli anziani sono raddoppiati in pochi anni e cresceranno ancora nel prossimo futuro”.

Per questo Sola, da qualche tempo, ha messo gli occhi sull’immobile del De Lellis, considerata l’unica struttura in grado di dare risposta a breve termine alla necessità di ampliamento de La Casa.

“In base ad un accordo con la Regione per la riforma delle Ipab – ha continuato Sola – sarà necessario che le piccole case di riposo vengano inglobate in strutture più grandi, per questo propongo che si inizi il dialogo tra enti”.

Sola ha poi voluto ripercorrere la storia della ‘sua’ Casa, dal 2016 a oggi.

“Cose ne sono state fatte molte – ha esordito – Per primo c’è stata un’azione di conoscenza con tutto il personale, sia della parte amministrativa che della parte ‘core’, quindi i reparti, per ascoltare, capire, intervenire. La necessità molto sentita dagli ospiti e dai famigliari di avere figure di riferimento, ha portato alla stabilizzazione il più possibile di tutto il personale. In questi 3 anni e oltre sono stati approvati i bilanci consuntivi del 2016/2017/2018 e quelli previsionali del 2017/2018/2019, tutti con numeri di soddisfazione in termini di equilibri economico/finanziari. Si è impostato poi un programma di investimenti pluriennale, volto a migliorare la qualità di vita degli ospiti. E’ stato stipulato un accordo settennale con una grande cooperativa per la manutenzione e la sostituzione degli impianti di produzione di energia atti al riscaldamento/rinfrescamento dei locali, installato nel plesso di Valbella in via sperimentale un dispositivo (macchinario prodotto in Olanda) per il controllo della qualità dell’acqua nelle tubazioni ad evitare fenomeni di legionella. E’ stato progettato ed è in fase di partenza l’1 settembre il completo rifacimento del tetto e degli interni di un fabbricato a Valbella che da anni evidenziava criticità, sia d’inverno che d’estate ed è di questi giorni la messa in sicurezza del magazzino sottostante al fabbricato della cucina che presentava punti deboli sulla sicurezza strutturale. Inoltre è in fase di progettazione il completo rifacimento dell’area esterna del Baratto primo per ragioni di sicurezza ad evitare commistione tra pedoni e mezzi nell’attraversamento dell’area, secondo per dare un maggior decoro con nuova illuminazione/segnaletica, destinazione di spazi attrezzati dedicati all’attività di animazione degli ospiti. Siamo a metà dell’opera con la diagnosi antisismica di tutti i fabbricati per verificare se esistono criticità sulle quali intervenire e definirne le priorità. L’indagine fatta recentemente con gli ospiti ed i loro famigliari per una valutazione del servizio ci vede molto contenti, con un punteggio spesso vicino ai massimi nei vari ambiti esperiti”.

I numeri che quantificano la C.a.s.a. riguardano 300 ospiti a Schio nelle strutture del Baratto e di Valbella, 425 dipendenti, la gestione di Montecchio per conto dell’Ulss7 Pedemontana, oltre a 2 case albergo con 64 appartamenti, 1 centro diurno per autosufficienti, 2 centri servizi per autosufficienti al San Francesco e alla Filanda.

“Con la nostra cucina interna forniamo circa 1.000 pasti al giorno sia per la nostra struttura che per i pasti domiciliari in convenzione con i Comuni di Schio/Santorso/Torrebelvicino, sia per altre strutture del territorio – ha continuato il presidente – Un importante progetto in fase di partenza riguarda i pasti per gli ospiti affetti da disfagia, sempre più numerosi, per rendere loro il momento del pasto un qualcosa che dia un po’ di soddisfazione in luogo di un biberon omnicomprensivo. Da ultimo, per dare un ulteriore servizio alla cittadinanza esterna alla Casa di Riposo, abbiamo aperto 2 anni fa l’ambulatorio infermieristico gratuito che ha visto 1.500 accessi all’anno per servizi di iniezioni, misurazione della pressione, della glicemia, e piccole medicazioni. Da circa 2 mesi – ha concluso Sola – sempre nei nostri locali attigui all’ambulatorio infermieristico abbiamo attivato un ambulatorio di fisioterapia dedicato agli anziani per dar loro la possibilità di una qualità di vita migliore nella deambulazione e con prestazioni a prezzi compatibili con la loro pensione. Il tutto con le dovute autorizzazioni da parte dell’Ulss7 Pedemontana”.

A.B.

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