Le aziende hanno bisogno di terra per espandersi ma le aree produttive a Schio sono finite. Fari puntati sulla ex Lanerossi, cuore pulsante del polo industriale cittadino, che con i suoi 350mila metri quadri e la vocazione naturale allo sviluppo produttivo, potrebbe essere la soluzione ideale per dare risposta veloce alle ditte in espansione.

L’Alto Vicentino sembra ormai quasi definitivamente uscito dal periodo di crisi e se fino a poco fa le aziende veleggiavano sulla stabilità o su crescita ridotta, ora il recupero comincia a farsi sentire con prepotenza. Con tutto quello che ne consegue.

Primo tra tutti, il bisogno di aumentare la superficie produttiva delle ditte che operano nel territorio.

Nuove tecnologie, nuovi layout e forza lavoro da assumere, che necessitano di nuovi spazi e la zona industriale di Schio, con i suoi 4 milioni di metri quadri, è ormai diventata stretta.

“E’ un segnale estremamente positivo, che dimostra come il territorio sia riuscito a rigenerarsi dopo un periodo di crisi – ha

commentato il sindaco Valter Orsi – Ancora una volta, con un colpo di reni, gli industriali e artigiani dell’Alto Vicentino hanno tirato fuori il meglio di sé, dimostrando il loro alto valore a tutti i livelli”.

Sono solo 3 gli appezzamenti rimasti a Schio, troppo pochi per dare risposta a tutti. “Mentre fino a poco tempo fa c’erano numerosi cartelli su lotti di terra e capannoni con scritto ‘vendesi’ o ‘affittasi’, oggi non ce ne sono più – ha continuato Orsi – Ci sono molte richieste di spazi da parte di imprenditori che hanno bisogno di ampliare la loro azienda. Questo significa anche che hanno saputo investire in segmenti in via di sviluppo”.

Che la crisi nel territorio fosse più percepita che concreta, nei contesti aziendali è noto. Tante lamentele nei discorsi, ma alla fine l’imprenditoria locale ha saputo resistere e nella maggioranza dei casi, con chiusura di bilancio positiva e uno sviluppo costante.

Sviluppo che ora richiede terreno, per evitare delocalizzazioni forzate con conseguente impossibilità ad assumere nuova forza lavoro nel territorio e tasse che defluirebbero altrove.

“L’area ex Lanerossi ha tutti i requisiti per dare risposta a questo problema – ha proseguito il sindaco – Il Pua guarda alla Lanerossi con grande attenzione e chi ne cura gli interessi sembra intenzionato a rivederne le previsioni per andare incontro alle esigenze del territorio”.

Si chiuderebbe quindi anche il capitolo ‘grande distribuzione’, visto che l’imponente area commerciale, sulla quale comunque pende un veto, sarebbe riconvertita in area produttiva.

Non sarebbe quindi più un problema nemmeno la viabilità, troppo limitata per un polo commerciale e la ex Lanerossi sarebbe

rivalutata dando prestigio alla sua innata vocazione industriale.

Anna Bianchini

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