Nel pieno della terza ondata, con i casi in aumento e l’Alto Vicentino in cima alla lista dei contagi tra i distretti del Veneto e 140 ricoveri a Santorso, sale la tensione tra gli operatori sanitari all’ospedale di Santorso.
Per la terza volta di trovano ad affrontare una mole di lavoro pesantissima e le segnalazioni dei mesi scorsi, quando si lamentavano criticità, si ripetono ancora, senza sosta e senza tregua.
“Non è più nemmeno un grido di allarme quello che si leva da lavoratori e lavoratrici dell’ospedale di Santorso, una situazione che si ripete per la terza volta – spiegano i sindacati dei lavoratori – Le innumerevoli segnalazioni e richieste dei mesi precedenti sono a loro tempo rimaste inascoltate e non sono servite ad evitare le difficoltà di questa settimana che, in queste ore, si stanno trasformando in un nuovo incubo per lavoratori e cittadini che afferiscono all’ospedale di Santorso.
Le rappresentanze sindacali, in accordo con le organizzazioni, hanno chiesto la convocazione di un incontro urgente alla Ulss7.
“In pochi giorni all’ospedale di Santorso si è passati da 60 a circa 140 ricoverati nei reparti Covid, con conseguente riduzione di posti letto per pazienti non positivi al virus – spiegano i sindacati – Uno scenario che evidenzia la mancanza di una strategia efficace per una risposta repentina alle esigenze di riorganizzazione e all’aumento del fabbisogno di posti letto per ricoveri Covid, anche attraverso il coinvolgimento del personale. Personale che chiede direttive chiare, precise e in tempo reale. Personale che, ancora una volta, si è messo a disposizione rinunciando a ferie e riposi programmati. Da reparti ospedalieri e servizi territoriali ci arrivano di ora in ora segnalazioni da parte del personale e richieste di intervento, spesso accompagnate da analoghe segnalazioni provenienti da cittadini che vengono repentinamente dimessi o trasferiti. Questi ultimi tornano ad avvalersi di servizi territoriali in affanno, a causa di carichi eccessivi da mesi, e con una rete assistenziale impegnata nel fondamentale percorso vaccinale, oltre che negli screening”.
Ancora una volta le carenze segnalate riguardano l’organizzazione e la mancanza di comunicazione e condivisione tra la direzione dell’azienda sanitaria locale ed il personale in prima linea.
“Il nuovo Direttore Generale non ha ancora convocato i rappresentati dei lavoratori – hanno spiegato i sindacati – Chiediamo con forza di incontrarci e di garantire quanto finora a nostro avviso è mancato: che si faccia regista attivo di questa Ulss partendo proprio dalla situazione emergenziale e provando a infondere al personale fiducia, senso di appartenenza e sicurezza, anche attraverso una comunicazione puntuale ai lavoratori che, giorno dopo giorno, operano per garantire nel nostro territorio la salute pubblica”.
Anche dal mondo politico si alza la preoccupazione per gli operatori del sistema sanitario locale, che non si erano ancora ripresi dalla seconda ondata e si trovano immersi nella terza.
Il commento politico: “Santorso covid hub accelera la fuga dei medici”
“Alcuni di loro da un anno lavorano in Covid in condizioni estreme – hanno sottolineato Carlo Cunegato e Giorgio De Zen, consiglieri comunali di Coalizione Civica Schio – Il disagio e la stanchezza vanno capite, comprese. Vanno ringraziati, ma è tempo ormai di intervenire in loro aiuto. Dire che è la loro ‘mission’ non basta. Se i nostri operatori lavorano in condizioni estreme da un anno, il lavoro di chi dirige dovrebbe organizzare in maniera equilibrata le fatiche, dovrebbe impedire che un carico di lavoro così pesante ricada sempre sulle stesse persone, ormai esauste, e sullo stesso territorio. Sempre su Santorso e i suoi lavoratori, sempre sui cittadini dell’Alto Vicentino. Mentre l’ospedale di Bassano sta affrontando la terza ondata senza malati Covid. Chiediamo un intervento per riequilibrare almeno in parte la situazione, perché le conseguenze negative di questa scelta sono almeno tre. In primo luogo, i lavoratori di Santorso sono esausti, frustrati, non ce la fanno più. Inoltre, aprire la terza area Covid sempre a Santorso significa diminuire per i nostri cittadini l’erogazione dei servizi sanitari ordinari. Infine, ultima ma non meno importante, aver scelto Santorso come Covid Hub ha accelerato la tendenza, peraltro già in atto da anni, della fuga dei medici dal nostro territorio e in alcuni casi si rischia la chiusura di reparti. Chiediamo un intervento immediato della dirigenza per riequilibrare la distribuzione dei malati all’interno dell’Ulss. Chiediamo ai nostri Sindaci che si attivino per chiedere questo riequilibrio. Dobbiamo evitare che questa scelta, che rende il nostro ospedale sempre meno attrattivo e che fa fuggire dei professionisti capaci, renda l’ospedale dell’Alto Vicentino un contenitore vuoto”.
A.B.