Camminare ogni giorno sul sentiero della storia, in un contesto nuovo, sfruttando i valori morali dei tanti uomini che hanno reso in sacrificio la propria vita per la Patria.
Thiene celebra così il 4 novembre, giorno dell’unità nazionale e delle forze armate, con autorità civili e militari, assieme ai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’Arma, schierati, mentre una corona viene deposta al monumento dei caduti

Una carezza particolare da parte della comunità di Thiene al ricordo  di Matteo Miotto, giovane caporal maggiore thienese caduto in Afshanistan nel 2010 durante una missione Nato.

Un lungo corteo si è snodato tra le vie del centro di Thiene, subito dopo l’alzabandiera in piazza Ferrarin.

Tanti i giovani presenti: una risposta degli istituti scolastici cittadini che hanno voluto manifestare la loro partecipazione al giorno che commemora la vittoria italiana nel primo conflitto mondiale.
4 nov thiene
Volti di giovani studenti che hanno riscosso soddisfazione nell’assessore regionale Elena Donazzan: “Perché dalla storia possiamo solo che imparare – ha esortato l’assessore Donazzan – Ne traiamo significati e valori che ci accomunano, dando occasione per ricostruire legami forti tra gli italiani, da nord a sud”.
Un messaggio volto al senso dell’appartenenza ad una Nazione, talune volte troppo bistratta, ma che poggia le basi su innumerevoli sacrifici e valori: “Dobbiamo testimoniare l’amore e la responsabilità verso l’Italia – invita la Donazzan”.

elena donazzan

Col tricolore che avvolgeva il cuore del centro di Thiene, il sindaco Gianni Casarotto riconduce al ricordo della battaglia dell’Ortigara, che il 10 giugno di cento anni fa mieteva migliaia di vittime: “Verrà sempre ricordato come il ‘Calvario degli alpini’.  Per cercare di sfondare le linee austriache attraverso le montagne gli italiani persero oltre 25 mila uomini, quasi 9mila gli austro-ungarici. Per tutti, e per gli Alpini in particolare, che furono in prima linea con la 52^ divisione, l’Ortigara diventerà una montagna sacra –  continua il sindaco di Thiene – Sempre cento anni fa, inoltre, il 24 ottobre 1917, si combattè la battaglia di Caporetto, la dodicesima battaglia dell’Isonzo. Fu uno dei momenti più tragici e cruciali per il Paese, ricordato come la più grave disfatta nella storia dell’esercito italiano. La disfatta di Caporetto ci costò circa 12.000 morti, 30.000 feriti e 265.000 prigionieri, nonché un clima di caos, distruzioni, razzie e violenze”.

Il ‘Da qui non si passa’, frase che campeggia sul Pasubio e testimonia la rivincita dei soldati italiana nell’ultima e decisiva battaglia di Vittorio Veneto, viene ripresa dal primo cittadino di Thiene, come sprone di forza interiore che, ad oggi, non deve mai cessare di essere coltivato: ” E ancor oggi resistenza, forza interiore, coraggio e responsabilità sono le qualità morali che vengono richieste a noi, nella nostra quotidianità, in un contesto molto diverso, di pace e libertà, ma dove comunque è necessaria la nostra vigilanza, il nostro impegno e la nostra opera perché non attecchiscano inciviltà, egoismo, disonestà, violenza, mancanza di rispetto delle regole e delle persone.  Anche a noi è richiesto oggi di operare insieme per il bene comune e la crescita armoniosa della nostra Città e della nostra Patria: l’Italia”

4 nov thiene

Conclude il sindaco Casarotto appellandosi ai numerosi cittadini presenti di fronte al monumento dei caduti.” Cerchiamo di  vivere nella comunità civile con spirito costruttivo e responsabile, nella fedeltà al proprio dovere da compiere ogni giorno lì dove siamo chiamati a vivere e ad operare, nel nostro ambiente familiare, di lavoro e nella nostra società civile. E’ quello che, in tempo di pace, ha saputo fare anche, a sacrificio della vita, il nostro alpino, Matteo Miotto. Se ognuno avrà quello che io chiamo il “coraggio quotidiano” di fare il proprio dovere, sforzandosi di compiere un passo in avanti ogni giorno per migliorare se stessi, allora riusciremo a contagiare in positivo anche gli altri ed il contesto civile e sociale nel quale viviamo migliorerà e progredirà. E’ questo il retaggio dei valori che abbiamo ricevuto e che a nostra volta abbiamo il dovere di trasmettere alle generazioni future”.

Paola Viero

 

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