Famiglie thienesi che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, che cercano un tetto sopra la testa. E Ater che vende alloggi popolari, sfitti, facendo cassa per 1,5 milioni di euro. Un no sense per Fidenzio Davò: “decisione discutibile ma ancor di più il sindaco Michelusi che di questo si ritiene soddisfatto, mentre a Thiene ci sono ancora persone che dormono sulle panchine”. Ma non solo. Davò sbircia tra le pieghe del bilancio comunale e, “su quel milione e più di euro destinato al sociale, lui e l’assessora Savio, potrebbero spiegare a noi cittadini come sono già stati spesi 570mila euro?”.
Con persone che non sanno dove sbattere il naso per trovare un affitto che sia alla portata delle loro tasche, e dopo essersi iscritti anche in graduatoria comunale per avere un alloggio, scoppia la polemica sul palazzone di via San Tommaso a Thiene. Di proprietà dell’Ater, il cantiere ha visto la luce nei primi anni 2000. Una quarantina di appartamenti, un terzo dei quali il mese scorso è stato messo all’asta. Il prezzo? Varia: dai 1300 ai 2mila euro al metro quadro. Per un monolocale di poco meno di cinquanta metri quadrati si parte da 103mila euro, arrivando al trilocale che ha una base d’asta di 192mila euro. In tutto, se le vendite vanno in porto, Ater incasserebbe minimo 1,5 milioni di euro: una cifra destinata ad aumentare in gara per accaparrarsi l’immobile che, sul sito dell’agenzia immobiliare incaricata, viene proposto come ‘ottimo per investimento’.
“Dopo anni di vicissitudini e ritardi l’Ater pare aver terminato gli alloggi popolari del complesso immobiliare di Via San Tommaso a Thiene; ma anziché concederli nel modo più accessibile ed economico a chi ne ha bisogno, privilegiando la strada delle locazioni a canone agevolato, ha deciso invece di metterne in vendita una fetta importante, come comunicato dal suo presidente Valentino Scomazzon-spiega Davò- Su tale discutibile decisione, lascia esterrefatti la risposta del sindaco, il quale se ne compiace, anziché esprimere disappunto dinnanzi ad una scelta lontana dallo scopo sociale che dovrebbe perseguire l’edilizia popolare e lontana soprattutto dalle esigenze della città. Dei 44 alloggi realizzati, ben 19 sono stati destinati alla vendita. In verità solo 7 sono stati veduti, gli altri 12 resteranno vuoti ad ammuffire per chissà quanto tempo”.
Dal Comune spesi 570mila euro per il sociale: “come sono stati usati se c’è gente che ancora dorme sulle panchine?”
“Tuttavia il nostro primo cittadino si dice soddisfatto. Ma soddisfatto di che?-incalza Fidenzio Davò- Non si possono lasciare quelle case invendute e sfitte, di fronte ad un’emergenza abitativa e sociale ben nota al sindaco Lo abbiamo appreso tra le righe in pieno periodo natalizio proprio da Michelusi e dall’assessore al sociale Anna Maria Savio, che nel corso del 2023 l’amministrazione comunale ha sostenuto i nuclei familiari bisognosi attraverso contributi economici (locazione e spese di prima sistemazione, integrazione rette strutture residenziali, utenze e altro) per oltre 570.000 euro. Tuttavia non è certo facendo la “visita del prete” di casa in casa, indossando maschere sorridenti di convenienza, che si risolvono i problemi, checché ne dica l’assessore, la quale invece così ha dichiarato alla stampa lo scorso Natale: «È indispensabile far sentire la presenza, anche fisica, di noi Amministratori nei confronti dei cittadini e di chi vive situazioni di emarginazione e solitudine. Un sorriso, una parola di conforto, uno sguardo amorevole sono segni importanti che fanno bene all’anima». Forse le persone in difficoltà hanno bisogno di ben altro, magari la concreta prospettiva di un futuro migliore. Si sa poi che la toppa è spesso peggiore del buco e una politica improntata sul mero assistenzialismo a spot, rischia solo di erodere risorse, senza dare un vero aiuto ad alcuno. Chiediamo che il sindaco e l’assessora informino compiutamente la cittadinanza su come vengono spesi i notevoli stanziamenti destinati al sociale, poiché quei 570 mila euro sono solo una parte di oltre un milione di euro a disposizione. Esiste un progetto organico e di ampio respiro per il sociale, che non si risolva nella pura elemosina, la quale toglie dignità soprattutto a chi la riceve? Quali sono i dati registrati sulla povertà a Thiene e sull’emergenza abitativa? Che strumenti sono stati messi in campo per intercettare le situazioni di difficoltà? E non si finga che un’emergenza povertà non esiste, come in tutto il paese del resto.L’ultimo report Istat risalente al 2022, ma si dubita che la situazione sia nel frattempo migliorata, ci dice che in Italia 2,5 milioni di famiglie sono in sovraccarico e spendono per l’abitazione oltre il 40% del reddito familiare disponibile. Le cause dell’emergenza abitativa sono molte: la difficoltà di accedere al credito bancario per acquistare casa, stante l’aumento dei tassi d’interesse, il caro affitti e proprio la scarsa offerta di alloggi pubblici e sociali da destinare a chi non ha risorse per accedere al mercato privato. Le conseguenze dell’emergenza abitativa sono drammatiche e si ripercuotono su vari aspetti della vita delle persone. Tra le più evidenti l’incremento del numero dei senzatetto, stimato in decine di migliaia di persone, esposte a rischi sanitari, sociali e legali”.
Senzatetto a Thiene. “Uno spettacolo a cui stiamo assistendo anche nella nostra città-continua Davò-Aumentano i casi di senzatetto che dormono in giacigli di fortuna, persino davanti al Municipio, restituendo l’immagine di una città degradata e incapace di dare riparo a chi ne ha bisogno. La risposta di Michelusi dinnanzi a tali situazioni pare sia stata tutt’altro che composta e solidale, come ci si aspetterebbe invece da chi, a parole, si ispira alle virtù cristiane quali la carità, virtù che pare tuttavia aver seppellito assieme alle promesse elettorali, come i talenti di evangelica memoria-conclude- Dinnanzi a questo scenario, a Thiene è davvero il caso di far cassa con l’edilizia popolare, come sta accadendo con il serafico beneplacito del sindaco e della sua amministrazione?”.
P.V.