Si delinea uno scenario diverso per la Sanità veneta nel dopo coronavirus, con ospedali meno frequentati, accessi riservati a chi sta male, ambulatori e pronto soccorso con entrate più controllate e riservate. Gli ospedali non saranno più quello che erano fino a poche settimane fa insomma, niente più simbiosi con l’utenza. Nessun dramma e nessuna preoccupazione da parte della dirigenza dell’azienda ospedaliera territoriale, solo la presa di coscienza che “le folle che frequentavano gli ospedali fino a ‘ieri’ non ci potranno più essere”.
Quello che avverrà, lo ha ipotizzato in conferenza stampa Bortolo Simoni, commissario della Ulss 7 Pedemontana, che spiegando l’evoluzione dell’emergenza coronavirus, ha anticipato la risposta alla domanda più frequente da parte dei cittadini e dei media: qual è il futuro dei nostri ospedali?
Simoni ha risposto considerando la Ulss 7, ma non è difficile immaginare che lo scenario possa essere simile nell’intera Regione. “Dal 4 maggio in poi ipotizziamo una progressiva riapertura – ha sottolineato il dirigente – Naturalmente dipende dall’andamento dell’epidemia e dei numeri che si saranno in quel momento. Ci aspettiamo che il virus rimanga in circolazione per un po’ di tempo”.
Per gli ospedali no covid il percorso sarà più facile, mentre per gli ospedali covid, come quello di Santorso, sarà necessaria qualche accortezza in più. Inoltre è previsto il tampone per chi verrà ricoverato.
“Quasi certamente, negli ospedali covid, un’area o un’unità sarà riservata ad un eventuale ritorno del virus – ha continuato Simoni – Saranno riorganizzati i reparti e le attività riprenderanno gradualmente. Dimentichiamoci però di avere degli ospedali come li avevamo prima, quando c’era la ricerca di simbiosi con gli utenti. Nel prossimo futuro sarà tutto più riservato. Ed il periodo di transizione non sarà breve”.
Cambiamenti nell’accesso al pronto soccorso, agli ambulatori, alle stanze chirurgiche, nelle frequentazioni dell’ospedale da parte di chi sta male e di chi invece entra in visita. Insomma, quello che fino a meno di 2 mesi fa era la normalità relativa agli ospedali, non esisterà più. “Dovremo inventarci altri modi per relazionarci alla Sanità. Le attività, in ogni situazione possibile, verranno svolte su appuntamento e ci saranno meno liste di attesa. Il futuro – ha concluso Simoni – sarà una via di mezzo tra la folla che frequentava gli ospedali ‘prima’ del coronavirus ed il nulla di adesso”.
A.B.