Il mondo della disabilità con i genitori arrabbiati sta facendo rete tra l’Alto Vicentino e l’area di Bassano del Grappa dopo la notizia diffusa in anteprima da Rete Veneta sul taglio previsto di 32mila ore agli operatori socio sanitari che si occupano di bambini e studenti disabili nelle scuole. E se la replica dell’Ulss 7 sembra un giro di parole scritte bene, la sostanza non cambia perchè con la scadenza del bando si approda ad una riorganizzazione del sistema di integrazione che non piace affatto a mamme e papà, che oltre al dramma di dover convivere con la disabilità di un figlio che ti cambia la vita, sembrano anche condannate ad una lotta giornaliera per i loro diritti.  Una lotta costante con istituzione che sembrano nemiche quando prendono certe decisioni per un risparmio sulla pelle di indifesi che non hanno spesso parola.  Ad intervenire, l’unico sindaco e l’unico assessore al Sociale dopo la notizia, sono stati in queste ore Valter Orsi, primo cittadino di Schio e il suo vicesindaco Cristina Marigo. Hanno promesso che martedì chiederanno lumi su quanto sta accadendo alla Disabilità dell’Alto Vicentino, che da anni fa acqua da tutte le parti. Ma a tirare la corda prima o poi si spezza e oggi, c’è stato un contatto significativo tra genitori dell’Alto Vicentino e genitori del Bassanese, che raccontano storie identiche. Famiglie abbandonate alle loro sorti, diagnosi che tardano ad arrivare per carenza di personale e per le condizioni in cui versano le Neuropsichiatrie infantili: piene di casi e con poco personale. Diritti calpestati, riabilitazione che non esiste e ora si arriva a toccare pure l’integrazione scolastica, come se non fosse già allo sbando. La misura è colma ed i genitori sono pronti alla rivolta perchè sembra che il loro dolore pudico e silenzioso sia diventato la “spalla” di chi se ne approfitta per fare il bello e cattivo tempo.

“Ci hanno detto che stavano riorganizzando il bando, non si è parlato di taglio delle ore – ha spiegato Orsi che ci ha messo la faccia ed ha chiamato la redazione di AltovicentinOnline assieme all’assessore al Sociale Cristina Marigo – . I soldi che mettono i Comuni per l’assistenza ai disabili sono sempre gli stessi, anzi, sono stati aumentati per fronteggiare la crisi. Noi sindaci non ci siamo mai tirati indietro. Alla prossima riunione dei sindaci con la dirigenza Ulss 7 faremo mettere a verbale le parole di noi primi cittadini”. E se Valter Orsi è in buona fede e sa fronteggiare l’argomento, colpisce il silenzio degli altri sindaci, degli altri assessori al Sociale che si riempiono la bocca sbandierando il sostegno ai cosiddetti “fragili” e poi, al cospetto della dirigenza Ulss, si calano le braghe e non fanno valere i diritti di concittadini deboli. Sappiamo che è una questione di ignoranza totale perchè pensare alla malafede griderebbe vendetta. Eccessivo per le belle statuine che presenziano, rappresentando un Comune e tengono la bocca rigorosamente sigillata perchè non sanno nemmeno di cosa si stia discutendo.

In mezzo ci sono genitori stanchi, stremati da vite difficili, che sono stati fin troppo pazienti e che spesso vengono pure accusati di essere “pretestuosi” solo perchè vogliono fare valere i diritti sacrosanti di bambini nati sotto la stella della “diversità”. Genitori che sono cambiati, che non sono più quelli di qualche generazione fa che si chiudevano in casa: madri e padri che non hanno pudore a mostrare i loro figli psichiatrici per fare vedere al mondo la loro difficoltà. Genitori che oggi sono più consapevole e informati, che non si fanno intortare dalle belle parole ingannevoli di 4 politici con l’arte oratoria. Madri e padri guerriglieri, che hanno sposato la “missione della disabilità” e non hanno intenzione di concedere sconti a chi forse, dovrebbe vivere un certo tipo di dramma per comprendere veramente cosa significhi andare a sfiorare solamente le ore dell’operatore socio assistenziale del figlio disabile.

A portare avanti la battaglia in queste ore è un padre molto “speciale”, Riccardo Dal Porto, che ha messo in piedi l’associazione con cui vuole fare valere i diritti di bambini e ragazzi disabili, che non sono “vuoti a perdere”. Non sono una grana, ma esseri che meritano rispetto e che non hanno colpa. Dal Porto ha messo in piedi un’associazione che conta di promuoversi a livello nazionale. “Effetto E APS nasce il 25 gennaio 2024 dalla volontà di unire i genitori in un gruppo e poter portare le reali esigenze delle famiglie con varie disabilita alla luce. Avendo molti contatti con tante famiglie in tutta la regione e non solo e tutte con più o meno le stesse esigenze Effetto E è nata da fondatori di varie province.  – spiega questo papà, che è un esempio per la comunità della provincia di Vicenza, dove ha sempre regnato l’omertà ed il silenzio della convenienza – La disabilita è un mondo vasto e con molte sfaccettature molto spesso sconosciuto ed e anche per questo motivo che Effetto E vuole portare alla luce le vere e reali esigenze, ma non solo, vogliamo  anche combattere molti stereotipi che rilegano le persone e le famiglie con disabilita in un mondo oscuro fatto spesso di solitudine. Dobbiamo invece, uscire allo scoperto, far sentire la nostra voce e non nasconderci”.

Natalia Bandiera

Ulss7. Taglio di 32mila ore per la scolarizzazione dei disabili ed i Comuni che pagano tacciono ancora una volta – AltoVicentinOnline

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