Innovazione nella Chirurgia Generale all’ospedale di Santorso con l’annuncio di nuove tecnologie in arrivo nei prossimi mesi e nel frattempo un innovativo intervento per la rimozione dello stomaco su un paziente oncologico praticato in laparoscopia e attuato grazie a cinque piccole incisioni di 1 centimetro sull’addome al poto del tradizionale taglio dalla base dello sterno fino quasi al pube.

Un intervento eseguito nei giorni scorsi dall’equipe guidata da Paolo Parise, direttore dell’U.O.C. di Chirurgia Generale, che inserisce l’ospedale Alto Vicentino nella rosa dei pochi centri in Italia nei quali viene utilizzata questa metodica, che garantisce importanti benefici per i pazienti.

“Il percorso di specializzazione dell’ospedale di Santorso va verso una chirurgia sempre più innovativa e mininvasiva si arricchisce di una nuova tappa – hanno evidenziato dalla direzione della Ulss7 spiegando il tipo di intervento – Su un paziente di 80 anni residente nella provincia di Vicenza, affetto da un adenocarcinoma dello stomaco, è stato eseguito nei giorni scorsi un intervento di gastrectomia, ovvero la rimozione dello stomaco, per via laparoscopica”.

Ad eseguire l’intervento, che con questa metodica viene svolto solo in pochi centri in Italia e per la prima volta all’ospedale di Santorso, è stata l’equipe guidata dal dottor Paolo Parise, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale, che ha spiegato i vantaggi di questa tecnica: “L’approccio laparoscopico prevede l’accesso con la strumentazione attraverso cinque piccole incisioni di 1 centimetro sull’addome. Una bella differenza rispetto all’approccio tradizionale che prevede un taglio dalla base dello sterno fino quasi al pube. I vantaggi per il paziente sono molto significativi, perché si riduce di molto il dolore post-operatorio, il rischio di complicanze e i tempi di recupero funzionale diventano molto più brevi. Nel caso specifico del paziente operato, inoltre, questo approccio ha favorito il recupero post operatorio nonostante alcune importanti comorbilità, che con un approccio di tipo tradizionale avrebbe reso più complessa la sua ripresa. Inoltre, grazie agli strumenti di visione di ultima generazione di cui disponiamo a Santorso, anche l’atto chirurgico in sé diventa più preciso, garantendo standard di sicurezza oncologica estremamente elevati”.

“Questo intervento sottolinea le grandi competenze che oggi il cittadino può trovare all’ospedale di Santorso e allo stesso tempo dimostra le ambizioni e la volontà di investire che abbiamo per questa struttura, nella quale puntiamo a sviluppare sempre di più la chirurgia mininvasiva, ha sottolineato il direttore generale dell’Ulss7 Pedemontana Carlo Bramezza.

L’intervento si inserisce in un più ampio percorso di potenziamento della chirurgia mininvasiva, sia per il trattamento dei pazienti oncologici, sia per altre tipologie di pazienti. “Stiamo lavorando con questo obiettivo, con il pieno sostegno della Direzione come dimostrano anche le nuove tecnologie che saranno implementate nei prossimi mesi – ha proseguito Paolo Parise – Ma l’aspetto più innovativo riguarda il modello organizzativo e di presa in carico al quale stiamo lavorando: introdurremo a Santorso un approccio di tipo E.R.A.S (Enhanced Recovery After Surgery, ovvero miglior recupero post intervento chirurgico), che non dipende solo dall’atto chirurgico. Al contrario è un progetto al quale insieme alla Chirurgia stanno lavorando altre Unità Operative e Servizi dell’ospedale di Santorso, perché si tratta di un obiettivo che può essere raggiunto solo con un approccio di tipo multidisciplinare, che coinvolge ad esempio anche figure come l’anestesista, il fisioterapista e naturalmente gli infermieri, fino al nutrizionista”.

“Insieme alla metodica innovativa adottata c’è un aspetto ancora più rilevante per il cittadino – ha sottolineato Antonio Di Caprio, direttore sanitario dell’Ulss7 Pedemontana – E’ la capacità di presa in carico completa, con un gruppo di lavoro multidisciplinare, prima dell’intervento per definire il migliore percorso diagnostico-terapeutico, coinvolgendo insieme l’oncologico, il chirurgo, il radiologo, il gastroenterologo, l’anatomopatologo e dopo l’intervento tutti gli specialisti che lo hanno in carico ma anche altre figure specifiche come il fisiatria, il nutrizionista e gli infermieri per accelerare e migliorare la capacità di recupero, sfruttando al massimo l’opportunità offerta dall’utilizzo di una chirurgia mininvasiva di così alto livello”.

Chirurgia robotica per la protesi al ginocchio: avanguardia al San Bassiano

Dopo il primato nell’utilizzo della chirurgia robotica per le operazioni di protesi di anca, l’ospedale San Bassiano si conferma all’avanguardia in questa metodica così innovativa: per la prima volta in un ospedale pubblico del Veneto, infatti, nei giorni scorsi è stata utilizzata la chirurgia robotica anche per un intervento di protesi di ginocchio. Due i pazienti già operati con successo: un uomo di 56 anni e un uomo di 70 anni.

Entrambi sono stati operati da un’equipe guidata da Giovanni Grano, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Bassiano, che ha spiegato vantaggi di questa metodica: “Il robot è lo stesso, all’avanguardia, che dal mese di aprile utilizziamo per gli interventi di protesi d’anca. In pochi mesi abbiamo già eseguito una cinquantina di interventi con questa metodica, trovando conferma agli importanti benefici che ci attendevamo. Ora abbiamo compiuto un ulteriore passo, estendendo l’utilizzo della chirurgia robotica anche agli interventi di protesi di ginocchio. Anche in questo caso i vantaggi sono numerosi e significativi: il robot consente di ricostruire in modo perfetto la geometria articolare, grazie ad una maggiore precisione del posizionamento della protesi. Questo per il paziente si traduce in un recupero migliore e più rapido, con un abbattimento dei tempi di degenza, ma ancora più importante, soprattutto nei pazienti relativamente giovani, sono i benefici a lungo termine: una migliore geometria articolare infatti fa sì che la protesi abbia una durata superiore, consentendo così di evitare un eventuale intervento di sostituzione in futuro, tra l’altro quando il paziente sarà più anziano e il suo recupero post intervento per forza di cose più difficoltoso”.

Un doppio beneficio, immediato e a lungo termine e anche per questo all’Ortopedia del San Bassiano già si guarda al prossimo traguardo: “Nei prossimi mesi il robot chirurgico che utilizziamo si arricchirà di un modulo specifico per gli interventi di protesi alla spalla – ha aggiunto Grano – Puntiamo infatti ad estendere la chirurgia robotica anche a questa tipologia di interventi, con i medesimi benefici”.

L’Ortopedia del San Bassiano guarda al futuro, come ha confermato anche Carlo Bramezza: “Con questi primi interventi di chirurgia robotica per le protesi di ginocchio si apre un nuovo, ulteriore capitolo per l’Ortopedia del San Bassiano, che si conferma un ospedale fortemente orientato all’innovazione. Un’innovazione che è basata sulla volontà di investire nelle più moderne tecnologie, anche sulla presenza di professionalità di alto livello”.

di Redazione Altovicentinonline

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