27 milioni di dosi di vaccino bloccati da un’inchiesta su un presunto mercato nero. E un tentativo di truffa.

“Quella di Zaia è una boutade per recuperare credibilità, sperava che Arcuri gli dicesse di no per dargli la colpa del fallimento dell’operazione, e invece gli ha detto di sì quindi adesso si pone il problema di capire da dove vengono quelle dosi, dobbiamo fare attenzione alla contraffazione o a faccendieri che rubano dosi di vaccini ad altri stati”. Sono le dichiarazioni al vetriolo di Andrea Crisanti,  direttore del dipartimento di microbiologia clinica dell’Università di Padova, che è stato intervistato dall’Ansa, sul maxi acquisto di vaccini che il presidente della Regione Luca Zaia ha promesso di fare per mettere al sicuro i veneti. “Sui 27 milioni di dosi di vaccino – ha commentato il professore – promessi da Zaia dobbiamo porci un problema di carattere etico: o sono contraffatti, o le società farmaceutiche mentono sui contratti con gli Stati, e in questo caso c’è da correre a fare denuncia al procuratore. Oppure stiamo rubando il vaccino a qualcuno”.

Il blitz dei Nas alla Regione Veneto

Sulla vicenda vaccini, sulle trattative del Governatore Luca Zaia che aveva promesso 27 milioni di dosi, che la Regione si sarebbe potuta permettere grazie ad una ‘ricchezza’, che poteva mettere in sicurezza i veneti, ormai è querelle a livello nazionali, con molti governatori e assessori di altre regioni che in queste ore hanno dichiarato che quelle proposte sottobanco arrivate al Veneto sono pervenute in questi mesi a chiunque, anche alle regioni povere d’Italia. L’ assessore alla Sanità della Regione Puglia ha dichiarato : “Se ci hanno offerto vaccini? Si, più di un mediatore si è fatto avanti. Ma se c’è la possibilità di avere vaccini lo si fa tramite i canali ufficiali. Il problema etico della distribuzione dei vaccini non deve essere preso sottogamba”. Lopalco che è anche un virologo, ha raccontato di aver ricevuto delle mail di intermediari, a cui non ha dato retta, cancellando subito dal pc quell’offerta.

Sul presunto mercato parallelo e milionario dei vaccini per rifornire direttamente le Regioni, anche attraverso presunti canali esteri sta lavorando la procura di Perugia dopo che un commercialista di Messina si è spacciato come intermediario di AstraZeneca per la vendita delle dosi alla Regione Umbria, e non solo. I carabinieri del Nas , su mandato  del procuratore capo Raffaele Cantone hanno acquisito negli uffici del commissario  Domenico Arcuri, dell’Agenzia italiana del farmaco e della Regione Veneto i documenti di approvvigionamento dei vaccini attualmente sul mercato, le modalità di distribuzione alle Regioni e le istanze inoltrate ai fini dell’approvvigionamento diretto. Gli accertamenti, in particolare, mirano a verificare l’ipotesi dell’esistenza di una possibile rete di cui faceva parte il commercialista siciliano, incensurato e non conosciuto come truffatore di basso cabotaggio, ma attualmente indagato per tentata truffa e sostituzione di persona. Il materiale acquisito, insieme all’esito delle perquisizioni svolte nell’abitazione e nello studio del fantomatico intermediario, compresi i tabulati telefonici del cellulare, sono ora al vaglio dei militari della salute per tracciare i contatti del professionista. Tutto inizia il 28 gennaio scorso quando il commercialista prende contatti con Palazzo Donini, sede dell’esecutivo umbro ora alle prese con il terrore-varianti, e si dice in grado di fornire i vaccini di AstraZeneca che saranno approvati proprio il giorno seguente da Aifa. La Regione Umbria però intuisce che c’è qualcosa di anomalo nell’offerta e informa i Nas del tenente colonnello Giuseppe Schienalunga. Di lì l’avvio di un’indagine che porta alla denuncia del quarantenne. Ma chi invece di avvisare la magistratura ha abboccato? Lo scopriranno gli inquirenti.

Lo scoop di Piazza Pulita con il giornalista che si finge mediatore

Il mediatore che Piazzapulita ha mostrato mentre proponeva milioni di vaccini sul mercato parallelo, avrebbe contattato anche la regione Veneto per proporre l’acquisto di vaccini extra quote Ue. L’amministratore delegato della società belga, contattata dal mediatore italiano come tramite per concludere l’affare, mostra ad Alessio Lasta una lettera di risposta, indirizzata al mediatore stesso, da parte del direttore generale della sanità veneta che “conferma l’interesse della Regione del Veneto ad acquisire forniture aggiuntive di vaccini covid19.

Zaia: “Anche noi abbiamo informato i Nas il 12 febbraio”

“Ben venga l’inchiesta dei Nas, almeno una volta per tutte si farà luce su questa gente, se si tratta di millantatori che offrono acqua distillata al posto di vaccini – ha spiegato oggi Luca Zaia – mettetevi nei miei panni, da governatore ho a cuore la salute dei veneti che viene prima di ogni cosa, era mio dovere prendere in considerazione quelle offerte di vaccino, alla luce della carenza. Noi abbiamo fatto il nostro dovere, non siamo andati a rubare, non siamo andati a mercanteggiare, al mercato nero. Non ho avuto contatti diretti con questi intermediari, se ne è occupato il manager Luciano Flor. Di queste trattative abbiamo detto tutto alla stampa perchè non c’erano segreti. Abbiamo fatto tutto alla luce del sole. Anche io voglio capire se ci hanno proposto vaccini veri o acqua di rose”.

 
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