“Purtroppo siamo di fronte a numeri che impongono ulteriori restrizioni, i ristori devono arrivare tempestivamente, in contemporanea con le misure: rischiamo altrimenti gravi tensioni sociali. E’ anche fondamentale dare garanzie ai cittadini sulla sicurezza dei vaccini”. Sono le dichiarazioni del presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) durante la riunione convocata dal governo sulle misure contenute. Antonio Decaro, che è anche il sindaco di Bari, con poche parole racchiude lo stato d’animo dei primi cittadini dell’Alto Vicentino, sconfortati, ma soprattutto stanchi per un anno di pandemia che li ha portati in trincea a gestire qualcosa che non avevano mai vissuto. Intervistandoli, nel loro tono di voce e nelle espressioni del viso, si coglie una sorta di solitudine, a cui i cittadini inferociti e un mondo economico sul piede di guerra, spesso non pensano.
“In tutti questi mesi ci siamo preoccupati di tenere calma la nostra gente, di andare a parlare anche personalmente a chi doveva abbassare la saracinesca e subire delle regole che ha trovato ingiuste – racconta Erminio Masero, sindaco di Piovene Rocchette – E’ servito tanto dialogo, tanta empatia, cioè quella capacità di mettersi nei panni di chi, doveva sbarcare il lunario, portare i proventi della giornata a casa e a cui dovevi spiegare che non poteva allestire la sua bancarella al mercato. Siamo stati noi gli intermediari tra uno Stato che parlava in televisione e tramite comunicati stampa e i cittadini semplici. Dopo un anno sentiamo che hanno paura di essere lasciati soli, di non ricevere i ristori promessi e nonostante la gara di solidarietà di un paese come Piovene, dove si sono registrati slanci da parte di tutti per sostenere i più ‘deboli’, è normale che l’umore sia a terra”.
“Noi sindaci ci stiamo impegnando tantissimo e a noi in questi mesi è toccato firmare delle restrizioni specifiche – ha continuato Decaro – Quello che il governo però deve sapere è che questo ulteriore sforzo che stiamo chiedendo ai cittadini deve corrispondere ad uno sforzo maggiore di tutte le istituzioni, di tutte le categorie coinvolte nella campagna di vaccinazione, per accelerare il processo di immunizzazione. Una accelerazione va impressa adesso”.
Sulla stessa linea d’onda del presidente dell’Anci è il sindaco di Schio Valter Orsi: “Concordo con Decaro, ricordando che il nostro territorio, considerato una locomotiva economica, non può essere messo alle strette ulteriormente. Serve quindi che ci si preoccupi, a livello governativo, anche di ristori adeguati. Noi sindaci faremo tutti gli sforzi necessari in supporto della popolazione e per favorire la campagna di vaccinazione, ma non possiamo essere lasciati soli. Se cedono i sindaci cede l’anello della catena istituzionale più vicina al cittadino e più riconosciuta dagli stessi”.
Basta parlare con uno dei sindaci dell’Alto Vicentino per comprendere quello che la gente spesso non riesce a capire. A fronte di dpcm dettati dal governo di Roma vi sono le regole da applicare sul territorio e nei singoli comuni. Gli sforzi di questi ‘eroi dei nostri tempi’, spesso sottopagati e chiamati all’emergenza H24, che hanno l’ingrato compito di fare applicare le regole. C’è chi la vuole cruda e chi la vuole cotta, basta guardare le pagine facebook per leggere schizzate di rabbia da parte di chi non si sforza nemmeno un po’ per capire la posizione istituzionale di chi è il primo responsabile della salute e della sicurezza. E allora capita che ci si imbatta nel sindaco più morbido, che raccoglie insulti perché non manda il vigile nel bar che non rispetta le regole mentre tu sei a casa ad osservare il dpcm rigorosamente. Ma la pioggia di insulti non risparmia nemmeno il primo cittadino sceriffo che se osa mandare la pattuglia delle forze dell’ordine quando gli viene segnalato un assembramento, viene tacciato di essere un traditore da offendere con gli improperi peggiori. Persino lo stesso Luca Zaia, uno dei personaggi istituzionali più amati d’Italia, in questi giorni è stato oggetto di comunicati stampa di gruppi organizzati che gli contestano di essere un patriota che sta dalla parte dello Stato dittatore. Parole che la stampa giornalmente si rifiuta di riportare perché rappresentano una beffa e un insulto per chi ricopre un ruolo, trascorre giorno e notte a studiare soluzioni in situazioni più grandi di lui.
Per non parlare di chi in base a bufale smentite e rismentite in un anno di pandemia, continua a dichiarare che i numeri forniti dalle Ulss e dai sindaci dei vari Comuni sono gonfiati a regola d’arte per speculare economicamente. Basta leggere i commenti anche sotto questo articolo per scoprire quanta gente sia convinta di questa stupidaggine che tutti i giornali hanno dichiarato falsa con tanto di prove. Non è vero che i morti covid portano guadagni e ci si chiede come il misero stipendio di un medico, che rischia la vita in difesa di quella altrui, possa farlo scendere ad un compromesso così disumano per speculazioni inventate dalla gente che si nutre del sentito dire del popolino.
“Per fortuna a Piovene Rocchette ho trovato la collaborazione dei cittadini, nonostante sin dai primi giorni di pandemia abbia adottato la linea del rigore. Ho subito messo in campo tutte le risorse umane disponibili del distaccamento di Polizia Locale e dei Carabinieri affinchè vigilassero su bar e sui comportamenti dei cittadini perché non si assembrassero – ha concluso Masero – Devo ricordare che a Piovene non è stata elevata nemmeno una multa, ma non ce n’è stato bisogno perché alla fine la gente ha capito davanti ai numeri di contagio che aumentavano”.
Ha comunicato poco e agli inizi della pandemia è risultato impacciato, evitando di mettere al corrente la cittadinanza dei casi covid a Thiene. Probabilmente combattuto tra la paura di destare preoccupazione e la responsabilità che non venissero a crearsi situazioni rischiose per la salute pubblica, Giovanni Casarotto, sindaco di Thiene, è stato il primo ad emettere l’ordinanza anti fumo in centro storico a Thiene. Il primo ad essersi accorto che con la scusa della ‘cicca’ qualcuno ne approfittava per tenere abbassata sotto il mento la mascherina. Qualche giorno fa addirittura aveva proposto l’ordinanza che vietava il fumo nei plateatici, non ce n’è stato bisogno dato che ci ha pensato il governo ad istituire la zona rossa.
“Sono molto stanco, ma sono un lottatore e rimango in piedi sulla piazza, ma la stanchezza dopo un anno si fa sentire. E siamo ancora oggi nella stessa situazione di un anno fa”. E’ lo sfogo amaro del sindaco di Thiene Giovanni Casarotto, che dice di comprendere i cittadini, soprattutto i giovani, che non ce la fanno più.
“Un anno è lungo e duro, siamo tornati esattamente al punto di partenza, con la differenza che non c’è il coraggio di chiudere tutto e si chiude un po’ a spezzoni – ha detto – Se non si va avanti con i vaccini è un grosso guaio”.
Il primo cittadino thienese si sente sostenuto dal suo team, appoggiato dalla politica regionale e nazionale nei limiti del possibile, ma ammette che il non riuscire a vedere progetti a medio termine crea preoccupazione e rende difficile il ruolo di amministratore.
“Non c’è certezza né continuità nelle decisioni – ha sottolineato – Prendiamo la scuola: in 6 mesi aperta e chiusa già più volte. Non ci sono certezze e le promesse sui vaccini mi hanno deluso. Non riusciamo a sapere quando finirà, non vedo un progetto serio per dire ad esempio ‘a maggio siamo a posto’. A maggio se andiamo avanti così saremo anche peggio. I giostrai mi chiedono di vederci per decidere, ma se non so nulla cosa devo fare? L’incertezza impedisce i programmi, crea disagio, paura. Thiene finora è stata fortunata, abbiamo avuto un numero costante di contagi, non esagerati. Sono sempre attentissimo a controllare che la gente non si rilassi troppo, perché a volte capita di vedere poca attenzione, non tutti hanno capito che non si devono fare assembramenti. La cosa che mi rende più ottimista – ha concluso – è che dalla settimana prossima in tutta la Ulss7 si vaccinerà 7 giorni su 7 e non più solo 2 giorni a settimana”.
Anna Bianchini
Natalia Bandiera